…che poi non è affatto una vita …da cani.
Anzi a star bene attenti è un vivere affascinante, pieno di interessi ed attrazioni.
Vedrò di spiegarmi meglio qui di seguito. Sempre attento alle vicende giovanili, leggo che quest’anno tra le tracce per la Maturità dei diplomandi , c’è una prova che riguarda il “Rammendo Urbano delle Periferie”. Dice ebbene, la novità dove sta? Presto detto: intervengono Editoriali dei maggiori quotidiani, l’0rdine Professionale degli Architetti che sostengono: “ Le città ed il paesaggio sono fragili (questo è vero), soprattutto nelle Periferie, dove nessuno ha speso denaro ed il proprio tempo” ! (e questo è anche vero, ma in parte).
Tutte le città hanno almeno una periferia. Da noi molte. Sicuramente non è un vivere comodo qui, specie in quel grosso contenitore cittadino che risponde al nome di S.Cristoforo.
E’ in questa fetta di città storica minore, che vogliamo soffermarci, analizzando la situazione economico-sociale, i fermenti che monitoriamo frequentemente, senza tralasciare i cartelli-diffida dei residenti che troviamo negli angoli delle stradine : “Cornuto e sbirro chi getta la munnizza qui ! “ o le case terrane abbandonate e murate per evitare intrusioni da parte di occupanti abusivi.
Il quartiere periferico fa parte della Prima Circoscrizione cittadina (la più numerosa). Qui le Periferie soffrono : in una si evince lo spaccio, in un’altra la microcriminalità, tante per miseria o episodi cruenti, qualcuna per analfabetismo. Tutte accomunate per povertà. (Caritas Diocesana docet).
Indubbiamente, il degrado è evidente, così come mancano controllo e vigilanza nel territorio. L’abbandono domina, la insicurezza pure, l’economia stagna, la cultura arretra, il decadimento avanza e mancano il verde, gli spazi per la socialità, ma fanno da contraltare presenza di gruppi di volontariato, Osservatori permanenti, gruppi vincenziani e della Comunità di Sant’Egidio, Chiese Parrocchiali e Rettorie, Ordini Religiosi ed Oratori, confluenza di I° e II° Vicariato Diocesano. Come dire ci sono tanti posti dove si può respirare un’aria nuova ed esprimere sentimenti, sensazioni, richieste, scelte politiche, a costo zero. Qui si sopravvive ancora con l’orgoglio del cittadino di quartiere, con le feste rionali e l’appartenenza ai devoti di Sant’Agata, le corse con i calessini trainati dai cavalli, dimenticando le Bellezze, i luoghi e le scoperte archeologiche, i ritrovamenti e le preziosità esistenti, che non ci sono altrove.
Politicamente interessano più le città metropolitane che sollecitare i giovani alla scoperta dei quartieri ghetto, ma non privi di anime, laddove per importanza, storia e ruolo avuto in passato, c’è da rimanere stupiti. Nei cortili hanno inventato la banca del tempo, antesignani del moderno welfare per i segni di solidarietà sorti spontaneamente tra vicini, desideri di aggregazione e scambi di comunicazione on-line, più che mediatici. Bastava uno sguardo. Rispetto della privacy (cioè le “cassine”, prototipo delle tapparelle, dove non si è visti, ma si osservava l’esterno).
Non è quindi un’utopia riportare le periferie al centro, il tentativo di riavvicinarle quale parte integrante della Città. Diventa una necessità,è rammendo urbano, sociale, economico, igienico-sanitario, occorre fornire loro strumenti urbanistici, arredi,buoni propositi e intenzioni politiche. A Catania c’è un Assessorato ai Saperi ed alla Bellezza condivisa, ecco sarebbe bello che l’Assessorato comunale intervenisse con idee, iniziative, percorsi guidati e progetti che tendano a far riscoprire il valore sociale dell’avvicinamento, nonché le preziosità esistenti nelle nostre periferie vedi Cortile S.Pantaleone, Piazzetta S.Antonio, Via Daniele, Via Naumachia. Sarebbe un volano per lo sviluppo economico e produttivo (con incentivi a sostegno degli artigiani di antichi mestieri, alle piccole fabbriche), culturale e di attrazione turistica (B&B, trattorie e locali tipici).
Un flash-back mi assale però, questo concetto del rammendo urbano io l’ho letto da qualche parte, anni addietro. Pensa e ripensa mi ritrovo, custoditi gelosamente dei fac-simile elettorali per le Politiche del 13 maggio 2001, ove campeggia lo slogan “Le Periferie al Centro”-vota Orazio D’Antoni. Concetto ribadito per le elezioni del Consiglio Comunale di Catania del 15-16 maggio 2005, aggiungendovi Ambiente e Solidarietà.
Cosa che in realtà ha fatto, una volta eletto, e messo concretamente in pratica per anni a favore della Periferia e dei residenti, con creazione di piazze, parco giochi, sani-ficazione di ambienti obsoleti e progetti di canalizzazione di fognature, abbattimento di vetustà, verde pubblico ecc..
Altro che archistar Renzo Piano o Ordine degli Architetti (meritevoli professionisti, peraltro, e meritorie le loro iniziative, ma che giungono in leggero ritardo per quanto descritto).
Piero Privitera