Articolo 18 & Jobs act

Le cronache dei giornali riportano le fibrillazioni del governo e dei sindacati riguardo l’abolizione dell’art.18 dello statuto dei lavoratori. Lo scontro duro tutto all’interno del Pd, fra il premier e il segretario della CGIL.

E’ sicuramente uno scontro ideologico. Quella ideologia che per tanti decenni a torto o a ragione, ha infiammato gli animi, ha acceso le piazze,ha sfiduciato governi.

Cosa dice l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori ?

Esso costituisce applicazione della cosiddetta tutela reale disciplinando in particolare il caso di licenziamento illegittimo (ovvero effettuato senza comunicazione dei motivi, ingiustificato o discriminatorio) di un lavoratore.

Non dimentichiamo i co.co.pro. e i co.co.co. nuove figure di lavoratori senza tutele per il loro futuro pensionistico .Precari a vita. Credo che sia tempo per una riforma del lavoro. Tante sono le attese per il Jobs Act che dovrebbe favorire l’occupazione e dettare nuove regole ed eliminare il precariato a vita.

Cosa prevede il testo del jobs act ?

Il contratto a tutele crescenti che trae ispirazione dall’esperienza tedesca e avrebbe come finalità quella di bloccare le garanzie dell’articolo 18 per almeno tre anni, i primi trascorsi in azienda da parte di un dipendente. La denominazione corretta di questa nuova forma è quella di “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. Obiettivo generale del nuovo Jobs Act sarà quello di completare la scansione di tutte le forme contrattuali esistenti, al fine di soppesarne l’attinenza al tessuto sociale e produttivo.

Secondo quanto indicato nell’emendamento presentato dal governo all’articolo 4 del Jobs Act, con il nuovo regime contrattuale andrà presa in considerazione la revisione della disciplina delle mansioni, al fine di armonizzare gli interessi dell’azienda e l’impiego delle risorse umane presenti, affinché si tuteli il posto di lavoro, ma si considerino limiti alle modifica degli inquadramenti. Controlli a distanza. Con il testo del governo, entra nella normativa del lavoro anche la possibilità di effettuare la revisione a distanza, tenendo conto dell’avanguardia tecnologica e degli obiettivi dell’azienda assieme alla tutela della dignità del lavoratore. Compenso orario. Si tratta di una novità di rilievo, che dovrebbe essere inserita nel testo finale – o nei decreti legislativi – che andrà riferito a rapporti di tipo subordinato o di stampo co.co.co. in quei settori i cui contratti siano regolati da accordi stipulati in via collettiva. Voucher. Sì, inoltre, all’estensione delle prestazioni a lavoro accessorio per chi svolga attività di tipo discontinuo o occasionale, purché si garantisca la piena tracciabilità dei buoni. Novità anche sul fronte ispezioni sul lavoro: si prefigura la creazione di un’Agenzia nazionale unica per mezzo del coinvolgimento del Ministro del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e tramite i coordinamenti con Arpa e Asl .

Queste sono le novità, sono sufficienti ?

Sarà una boccata d’ossigeno per i giovani disoccupati, per gli ultra cinquantenni usciti dal mondo del lavoro o è il solito annuncio ?

Prevarranno le liti tra governo e sindacati tutte interne del PD o per una volta su questo delicato argomento si faranno gli interessi della collettività ?

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Orazio D’Antoni

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