Tentativo di preghiera e dialogo,con i lettori, per invocare la Speranza che scende dalla verticale divina.
Padreterno, con Te vogliamo parlare.
E di chi possiamo parlare se non di Te?
Presso di Te è l’Eternità, o forse c’è qualcosa che non abbia origine dal tuo cuore, quale prima sorgente? Tutto quanto noi possiamo dire, non è altro che un parlare di Te. Ma perché stiamo parlando di Te? Tu che ci tormenti con la tua infinità, che noi non sappiamo misurare. Chi sei Tu in questo nostro mondo di vita terrena, perché tutti non abbiamo bisogno che di Te?
Tu lo sai, o Dio che ti accingi a venire, a cui nulla si cela. Riesci sempre a leggere in fondo ai nostri cuori. Smarriti come siamo, come possiamo chiamarti se non Dio della nostra vita? Ecco perché con Te vogliamo parlare, noi tutti. Perché proviamo gli stessi sentimenti. Di più non sappiamo. Per questo vogliamo parlarti, per capire cosa hai messo nelle nostre anime, incomprensibile Dio. Certo che se Tu non fossi incomprensibile, allora potremmo capirti, comprenderti, e Tu apparterresti a noi. Non noi a Te ! Ti parliamo da insipienti, perdonaci, dunque, Signore.
I tuoi precetti sono difficili, perché il nostro animo, spesso, è incline al contrario di quanto Tu ci comandi. Ma l’amore che da Te si irradia, ci innalza e rapisce perché comprendere la tua incomprensibilità diventa beatitudine. Tu sei l’infinito, il senza limiti e confini. Il tuo sconfinato essere Amore, è redenzione per la nostra limitata mente. Infinito Dio, così sei divenuto la nostra unica Speranza.
Ma come possiamo raggiungerti, i n a f f e r r a b i l e Dio, se non con le nostre umili preghiere?
Certo, udire una Tua risposta è davvero troppo per noi.
Il Tuo silenzio è una parola piena di promesse per le nostre attese, perché TU SEI IL SILENZIO.
Tutto ciò che è incomprensibile, però, non smette di esistere e, dunque pregando nella Tua attesa, possiamo continuare a vivere. Quanti pensieri stanno passando nella nostra mente in questi giorni; non pensandoti, ti pensiamo, inconsapevolmente i nostri pensieri sono rivolti a Te. Nulla è il nostro sapere, solo la Sapienza ed il tuo Amore ci migliorano ed allora ti invochiamo di venire. Vieni !
In verità, Tu ci dici che sei già venuto…. siamo noi che ti abbiamo fatto fuori. Ripetutamente. Non abbiamo capito che dal Tuo Avvento, infinito Dio, nasceva la Speranza d’una Vita infinita : la nostra. Vieni allora a nascere, di nuovo, anche se ti sei crocifisso….o ti abbiamo? Ma Tu sei rimasto quello che eri. No, non è il Presepe la tua unica immagine visibile, la Tua presenza è nella nostra vita, Tuo Dono. Inizio del Tuo venire da noi.
E’ l’Avvento, è l’Attesa e noi stiamo aspettando il segnale, ma solo credendo, lentamente cominceremo a capire che Tu stai venendo. Da sempre. Ora sappiamo che non è un “nuovo venire” , Eterno come sei, non ci hai mai lasciato. Verrai dunque, e non è il passato, né il futuro. Tu sei il Presente che si adempie.
Verbo che grandi cose hai fatto per noi, fa che almeno questo riusciamo a comprenderlo, o Dio, nostro Natale, Stupor Mundi.
Piero Privitera