Riflessioni sulla festa di Sant’Agata

Partecipo ogni anno alla festa di S’Agata da quando avevo otto anni.

Vivo questi momenti con grande fede e rispetto per la Nostra Patrona.
E’ mia devozione indossare il sacco bianco nel pomeriggio del quattro
febbraio, quando il giro esterno del Santo Fercolo con il Busto, le
Sacre Reliquie e le Candelore in testa riparte, dopo il giro mattutino,
dalla Chiesa di Sant’Agata la Vetere per percorrere la via Plebiscito. E’
il giro dei quartieri popolari , dove la devozione è piu’ colorita, piu’
sincera e sentita.
La Santa Patrona passa i quartieri storici del Santo Bambino, dei
Cappuccini, del Fortino, di San Cristoforo, degli Angeli Custodi e della
Pescheria. La citta’ vecchia che è ancora periferia, periferia storica. La citta’ vera dei catanesi. La via Plebiscito da sempre è stata ed e’ negli anni lo specchio della citta’ con i suoi aspetti negativi e positivi.
Il folclore che la caratterizza, le macellerie di carne di cavallo, le botteghe sempre aperte, i chioschi di bibite, gli artigiani , gli “arrusti e mangia’’ con i ‘’focolari’’ sulla strada, l’animosita’ della gente e l’intraprendenza, il caos, gli ospedali .
Il passaggio della Santa sancisce un patto con i catanesi: Sant’Agata sei Nostra!!!
Diventa una festa corale di popolo dove migliaia di uomini e donne vestite con il caratteristico sacco bianco e il berrettino nero pullulano tra due ali di folla, entrano ed escono dai cordoni che permettono di tirare il Fercolo, parlano, urlano, mangiano, pregano, si commuovono ….
Un’attrazione, uno spettacolo.
Inevitabili sono le contraddizioni : da una parte la religiosità’ popolare, la devozione , la preghiera, il silenzio, il pianto, l’ammirazione, il rispetto; dall’altra l’esuberanza, il caos, il disordine, i venditori ambulanti e gli odori forti di olio fritto, di torrone caldo, di carne arrosto con l’aceto e l’olio…
Un mix di vita, di odori, sapori… un calderone che è da sempre l’emblema della nostra città, della catanesiade, della ‘’spirtizza’’ che ci contraddistingue, anche, negativamente, che non morira’ mai perché è nell’indole del catanese e che sempre continuera’ ad ammaliarci, ad affascinarci e condizionarci.
Questa è Catania, questa grande, grandissima, enorme contraddizione…
Orazio D’Antoni

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento clicca qui.

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie.

Chiudi