Informazione sanitaria

stromboliNiente pediatra a Stromboli, bambino curato con whatsapp – Per curare il suo bambino, affetto da una prolungata e fastidiosa bronchite, una mamma che abita a Stromboli, una delle sette isole delle Eolie, ha deciso di fare di necessità virtù utilizzando la tecnologia e più precisamente Whatsapp. Sull’isola c’è infatti solo una Guardia medica e manca l’assistenza pediatrica. Così Carolina Barnao, una donna palermitana che per amore si è trasferita sull’isola, ha deciso di chiedere aiuto a una sua amica pediatra inviando, attraverso Whatsapp, la registrazione del respiro di suo figlio. Alla specialista è stato sufficiente “auscultare” il piccolo paziente per individuare il problema e indicare la cura.

E’ stata la stessa signora Barnao a rendere nota la vicenda pubblicando un post su Facebook: “Stromboli, Italia – scrive – qui il pediatra non c’è, i bambini si! Ho curato Tommaso da una brutta bronchite grazie a Whatsapp, inviando la registrazione del suo respiro a un’amica pediatra! Viva la tecnologia, viva gli smartphone e soprattutto… Viva Delia Russo! Grazie dottoressa!”. La mamma di Tommaso spiega poi all’ANSA la difficile situazione sanitaria di Stromboli, peraltro analoga a quella di altre isole dell’arcipelago. “Guardia medica e medico di base – dice – sono molto disponibili ma non sono pediatri. Il pediatra si trova a Lipari. Di mezzo c’è il mare e d’inverno è quasi sempre agitato e rimaniamo isolati dal mondo. Beh, sarebbe opportuno avere un pediatra sull’isola almeno periodicamente. Dove sta il diritto alla salute dei nostri figli? Comunque, la cosa importante è che il mio piccolo adesso sta meglio”.(ansa)

 

dnaDue terzi tumori per ‘sfortuna’, mutazioni Dna decisive – Circa due terzi dei tumori degli adulti sono scatenati principalmente da mutazioni spontanee del Dna, con un apporto minimo o nullo al rischio da parte di stili di vita o cause ereditarie.

Lo afferma uno studio della Johns Hopkins University pubblicato dalla rivista Science, che ha individuato 22 tipi di cancro in cui la ‘sfortuna’ – intesa come una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti tale da scatenare la malattia – ha un ruolo primario e nove in cui invece prevalgono gli altri fattori.

”Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e ereditarietà – spiega Bert Volgenstein, uno degli autori – e noi abbiamo creato un modello matematico che può quantificare ogni contributo” Il modello si basa sulle replicazioni del Dna delle staminali di vari tessuti, che possono dar vita a mutazioni casuali che portano al cancro, concentrandosi su 31 diversi tessuti, dai polmoni al colon all’intestino. In 22 casi, spiegano gli autori, che vanno dal cancro del duodeno a diversi tumori del distretto testa-collo, le mutazioni casuali hanno un peso preponderante, mentre negli altri nove, fra cui polmoni, fegato e tiroide, sono i fattori ambientali e familiari a decidere, anche se sempre combinati con la ‘sfortuna’. ”I rari casi di fumatori che non sviluppano tumori sono spesso attribuiti a ‘buoni geni’ – continua l’autore -, ma la verità è che sono invece solo fortunati. I cambiamenti di stili di vita possono avere un grandissimo impatto su alcuni tipi di tumori, ma secondo i nostri risultati su altri non hanno influenza. In questo caso il modo migliore per combatterli è la diagnosi precoce, quando ancora si può intervenire con la chirurgia”

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