E’ morto Lino Leanza

leanzaLa sua battaglia più grande ed impegnativa, quella contro la morte, l’ha persa stamattina alle 5.05 quando il suo cuore si è definitivamente fermato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi di Catania.

Lino Leanza, 58 anni di vita vissuta per lo più da politico e sempre da persona corretta e incorruttibile – virtù rara da riscontrare nei politici di oggi -, da tempo lottava contro i suoi problemi di salute. Lo faceva in silenzio, senza lamentarsi, senza demordere, senza arretrare di un passo nel suo quotidiano impegno politico. Il 28 marzo scorso, colpito da un’emorragia cerebrale, arrivò in quel reparto del Garibaldi diretto dal professor Sergio Pintaudi. Da subito le sue condizioni apparvero gravi se non disperate. E l’intervento di neurochirurgia al quale prontamente fu sottoposto sin da allora non lasciava spazio a molte speranze. Da due mesi a questa parte, da quel disgraziato giorno, Lino Leanza non si è più ripreso.

Della sua carriera politica ci sarebbe molto da dire. Ma soprattutto, da specificare. Già, perché ad una analisi superficiale Leanza potrebbe sembrare uno di quei politici abituati a cambiare partito, viste le sue molteplici militanze. Nulla di più sbagliato. Lino Leanza ha fatto della coerenza uno dei suoi punti di forza. Lui non virava in base a come soffiava il vento, non saliva sul carro dei vincitori, non tradiva – come qualcuno in qualche circostanza denunciò – gli amici di partito. Lino era un uomo che inseguiva i suoi sogni, i suoi progetti. Quelli del cambiamento di una Sicilia che voleva diversa, rilanciata, operativa. Sdoganata da quei luoghi comuni che alla maggior parte dei siciliani e a lui stesso non appartengono. Lino Leanza ha avuto un passato politico vissuto in partiti del ‘centro’ siciliano. Dalla Dc al Ccd, dal Movimento per le autonomie ad Articolo 4 di cui era stato fondatore e leader. Cambiava formazione quando non si ritrovava più in sintonia con chi lo circondava. E lo faceva senza pensarci due volte. Senza la fatica e la paura di ricostruire da zero. Come quando ha fondato Articolo 4 prima e Sicilia Democratica poi. Dimostrando sempre di avere consensi e numeri, che in politica contano e come.

È stato per quattro legislature consecutive deputato regionale a cominciare dal 2001. Tre volte assessore regionale: due deleghe ai Beni culturali (nel 2006 e nel 2009) e una alla famiglia (nel 2010). Ha ricoperto la carica di vice presidente della Regione Siciliana col governo Cuffaro e il 28 gennaio del 2008, dopo le dimissioni di quest’ultimo, ha ricoperto la carica di presidente facente funzioni per l’ordinaria amministrazione e fino al 28 aprile 2008 giorno in cui si insediò il nuovo governatore Raffaele Lombardo.

Un numero che lo ha accompagnato in molte tappe, belle e brutte, della sua vita questo 28.

Con lui scompare un politico di razza. Un simbolo di tenacia e di umiltà. Sempre pronto a mettersi al servizio di tutti, oltre che in gioco con se stesso. Per questo era ben voluto e ammirato. Con lui va via un amico. E la nostra redazione è vicina, in questo momento, al dolore della moglie Enza e della sua adorata figlia Gaia.

                                                                                       Sergio Regalbuto  www.newssicilia.it – 30 maggio 2015

Ciao Lino

Ho conosciuto Lino Leanza moltissimi anni fa quando ero Consigliere Comunale di Catania. L’ho ammirato fin da subito per la sua intelligenza politica, per la padronanza nell’affrontare i problemi, il suo intuito e le notevoli  capacità organizzative. Era stato nominato proprio per la sua competenza nelle tematiche del lavoro responsabile della Task Force. Svolse con grande precisione e in maniera innovativa il compito affidatogli.

Divenne un punto di riferimento per le politiche attive del lavoro.

Fu mio capogruppo nell’MPA in Assemblea Regionale dal giugno 2008 al giugno 2009. Ho potuto constatare la sua bravura nei lavori dell’Aula e nel dialogo con gli altri Gruppi politici. Svolgeva la sua azione politica con rigore nell’interesse vero della Regione Siciliana. Fu nominato assessore ai beni culturali e fu un ottimo assessore, con un progetto serio di modernizzazione delle attività museali e culturali.

Fu un uomo onesto, ligio al dovere e innamorato della sua Sicilia dove riscuoteva successo in tutte le provincie.

Quando aderì all’ UDC lo seguii con entusiasmo, e ricordo le sue parole di incoraggiamento e di stima.

Lo seguii anche in Articolo 4 e in Sicilia Democratica condividendone le scelte. Nel tempo cresceva, ancora di più,  la fiducia e la stima reciproca,

Ciao Lino, ti ringrazio per l’amicizia, la fiducia , l’affetto che mi hai dimostrato in questi anni difficili e complicati della mia vita.

Ti sono grato perché mi hai sempre incoraggiato, mi hai voluto vicino e ancora di più ho apprezzato le tue doti, la tue intuizioni ma soprattutto la tua onestà interiore e il tuo grandissimo amore per questa terra.

                                                                                                               Orazio D’Antoni

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