(AGI) – CdV, 19 giu. – Davanti ai rischi legati ai cambiamenti climatici e alla prospettiva di possibili guerre per le risorse che si stanno esaurendo, per Papa Francesco “e’ arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perche’ si possa crescere in modo sano in altre parti”. E’ in queste poche righe la soluzione ai tanti problemi complessi analizzati da Bergoglio nella sua Enciclica “Laudato si'”. Lo scenario disegnato nelle 190 pagine del testo e’ apocalittico: dopo le parole degli ultimi mesi sulla “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, la denuncia di una possibile catastrofe ambientale provocata, teme il Papa, dalle armi nucleari, e’ molto esplicita: “La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche”.
Secondo Francesco, “e’ prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni”. Per intanto pagano con le loro vite tanti migranti che fuggono, scrive, “la miseria aggravata dal degrado ambientale”, mentre “purtroppo c’e’ una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo” Il capitolo piu’ atteso – in vista della Conferenza di Parigi del prossimo dicembre – riguarda i cambiamenti climatici che per il Papa sono una realta’. Sebbene ci siano anche altre cause (come lo spostamento dell’asse terrestre) e’ irresponsabile, afferma, non limitare in modo drastico le emissioni di gas serra che “numerosi studi scientifici” indicano come il fattore principale. “Ha inciso anche l’aumento della pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente la deforestazione per finalita’ agricola”, denuncia Bergoglio per il quale mentre “il debito estero dei paesi poveri si e’ trasformato in uno strumento di controllo, non accade la stessa cosa con il debito ecologico”.
Mentre, “e’ necessario che i paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai paesi piu’ bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile”.
Nella sua Enciclica, Francesco smaschera i politici venduti e i media compiacenti. “La previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti – scrive infatti – richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito”. “La partecipazione – sottolinea il Pontefice – richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilita’, e non si riduce alla decisione iniziale su un progetto, ma implica anche azioni di controllo o monitoraggio costante”.
“C’e’ bisogno – raccomanda – di sincerita’ e verita’ nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione”. Per la prima volta, poi, in un’Enciclica sono formultai consigli pratici su come ognuno di noi puo’ aiutare la “custodia del Creato”. Ad esempio andrebbe posto un freno al “crescente aumento dell’uso e dell’intensita’ dei condizionatori d’aria” che rappresenta un “comportamento che a volte sembra suicida”. “L’umanita’ – spiega il Papa – e’ chiamata a prendere coscienza della necessita’ di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano”. Cosi’ nel documento e’ invocato “un miglioramento integrale nella qualita’ della vita umana: spazi pubblici, abitazioni, trasporti”. Per il Papa, infine, interrogarsi “sulla cura della casa comune” non significa guardare all’ambiente “in modo isolato: non si puo’ – infatti – porre la questione in maniera parziale”, senza interrogarsi cioe’ sul senso dell’esistenza e sui valori, se vogliamo che “le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti”. “La difesa della natura non e’ compatibile con la giustificazione dell’aborto”, afferma dunque la “Laudato si'” che critica quanti “invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, si limitano a proporre una riduzione della natalita’”.
“Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di ‘salute riproduttiva’”, denuncia Francesco che definisce “preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrita’ dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana”. “Spesso – inoltre – si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo”. Mentre, conclude il testo con un breve riferimento alla teoria del gender, “non e’ sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perche’ non sa piu’ confrontarsi con essa”