Un italiano su quattro a rischio povertà.
Un lusso le ferie e per molti anche il riscaldamento e un pasto adeguato Sono in questa situazione 6 milioni di persone. Colpito soprattutto il Sud. Ogni giorno sentiamo dai giornali e dalle televisioni annunci sulla ripresa dell’economia in Italia. E’ vera crescita? Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del ministro dell’Economia e del presidente del Consiglio abbiamo i dati dell’Istat. L’istituto di statistica attraverso le sue attendibili analisi ci dice che la recessione ha impoverito il Paese oltre ogni previsione. La povertà e l’emarginazione minacciano oltre 1 persona su 4. L’Istat stima che è a rischio povertà il 28,3% della popolazione nel 2014, una situazione sovrapponibile a quella dell’anno precedente. Purtroppo non ci sono stati miglioramenti.
Ritornano ad essere un lusso le ferie, che oggi una famiglia su due non può permettersi nemmeno una settimana di vacanze, e per tanti è diventato difficile anche solo riscaldare casa o fare un pasto adeguato ogni due giorni. In Italia ci sono 6 milioni di persone, secondo la Coldiretti, in povertà. In Europa stanno peggio dell’Italia solo la Grecia e alcuni paesi dell’Est. La crisi economica e soprattutto le misure anticrisi decise dal governo nel 2011 a seguito dell’innalzamento repentino dello spread, ha spinto l’Italia ai margini dell’Europa.
In questo contesto di pesanti difficoltà, sono irrisori i miglioramenti. Le persone più povere calano per il secondo anno consecutivo fino a 11,6%, la quota più bassa dal 2011. E i progressi nel Mezzogiorno non sono eclatanti, il rischio di povertà o emarginazione sociale passa dal 46,4% del 2013 al 45,6%, colpendo più di quattro persone su dieci. La distanza del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese rimane ampia. L’Italia è spaccata a metà, ed è a due velocità con differenze macroscopiche tra Nord e Sud.
Le persone in difficoltà al Sud sono più del doppio rispetto al Nord (il 19,9% contro il 7,1%). Inoltre 7 abitanti su 10 nelle regioni meridionali sognano una settimana di ferie e 1 su 2 non riesce ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro (il 52,5% rispetto a una media nazionale del 38,8%). In difficoltà anche i genitori single e le famiglie numerose, categorie sulle quali il rischio di povertà o emarginazione supera il 39%. Ad onor del vero nel 2013 la situazione è in lenta ripresa per le famiglie numerose che riescono, grazie a piccole attenzioni dello Stato, a creare una sorta di paracadute assistenziale, mentre diventa difficile assistere i figli per i genitori separati che spesso sono sotto il minimo vitale e senza nessun aiuto pubblico.
Sono particolarmente esposte alla povertà anche le persone sole e anziani (con un rischio del 31,5%), mentre le famiglie più solide economicamente risultano le coppie senza figli, soprattutto se di 65 anni o più (che hanno un rischio del 14,1%).
L’Istat presenta anche un’analisi sui redditi netti relativi al 2013. Ne emerge che 1 famiglia su due non supera 2 mila euro al mese, 24.310 euro l’anno. Il reddito mediano più alto è al Nord (27.089 euro), mentre nel Mezzogiorno il livello è pari al 75% di quello settentrionale e nell’Italia centrale al 95%. Infine il 20% più ricco delle famiglie accumula il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta solo il 7,7%.
Siamo diventati un paese povero? E il Sud e in particolare la nostra Sicilia?
Rifletto delle tante opportunità perse dalla Sicilia, dalla mancata piena attuazione dell’autonomia che doveva dare una marcia in più all’economia e allo sviluppo della re-gione. Rifletto dei tanti sprechi, delle ingenti risorse perse in mille rivoli e quasi sempre utilizzate in maniera distorta. Rifletto del danno enorme causato dalla criminalità organizzata.
Non perdiamo la speranza!!
Orazio D’Antoni