La regolamentazione delle unioni civili è così controversa da usare prudenza, perché i valori in gioco sono molti e importanti e che il testo della legge cosiddetta “Cirinna’’ che sarà votato in aula dopo il family day è oggettivamente carente nel dare una risposta condivisa e adeguata.
Uno dei problemi è la mancata conciliazione tra l’identità sociale, giuridica e antropologica della famiglia e la tutela delle esigenze dei progetti di vita delle coppie di persone dello stesso sesso.
Nel nostro Paese la concezione della famiglia si pone sulla differenza sessuale dei coniugi.
La Costituzione parla chiaro negli articoli 29, 30, 31 che sanciscono la differenza sessuale dei coniugi.
Il secondo elemento fortemente controverso riguarda i figli e l’ipotesi della ‘stepchild adoption’, adozione del figlio naturale di uno dei partner dello stesso sesso.
Credo che questa ipotesi introduce un principio che cancella un diritto fondamentale, quello al bambino di crescere con il proprio padre e madre.
Un grande rischio incombe: quello della commercializzazione del corpo delle donne che verrebbero usati come strumenti al servizio della paternità e maternità degli adulti.
Un sondaggio ci dice che la maggioranza degli Italiani ritiene fondamentale la differenza di sessuale per l’educazione dei bambini.
L’attuale disegno di legge che a che fare con i valori della società e della famiglia rappresenta un passaggio importante nella vita della nostra società.
Ritengo importante la natalità e una politica familiare che è in questo paese estremamente carente.
Sarebbe sicuramente più utile un ulteriore ripensamento, per potere ottenere una reale tutela dei diritti delle persone e delle unioni affettive non matrimoniali senza ideologie e scontri partitici.
Mi viene un dubbio: ma questi scontri e controversie che occupano pagine di giornali e televisioni non è che sono artatamente montate per distrarre l’attenzione dai temi veri quali la crisi economica e la disoccupazione che sono elementi fondamentali per la serenità di una famiglia?
Orazio D’Antoni