Sono 40.495 i migranti sbarcati in Italia nei primi 5 mesi del 2016, con un calo del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. Ma a questa cifra vanno aggiunti gli oltre duemila soccorsi oggi nel Canale di Sicilia. Negli ultimi 3 giorni il picco degli arrivi, con oltre 6mila persone soccorse. In accoglienza ci sono già oltre 115mila persone e se i barconi continuano a partire a questo ritmo, il sistema rischia di andare in tilt.
In particolare, preoccupano i minori soli.
Non c’è solo la bimba di nove mesi giunta nei giorni scorsi a Lampedusa, nei confronti della quale si aperta una gara di solidarietà. Nel 2016 ne sono arrivati quasi 6mila ed il Viminale sta pensando a trovare spazi in altre regioni per alleggerire la Sicilia che sopporta il peso maggiore per questa categoria particolarmente vulnerabile di persone. In Lombardia (15.391, pari al 13% del totale) ed in Sicilia (13.448, pari al12%) c’è la maggior quota di migranti accolti.
Questi dati fanno riflettere: è una migrazione epocale, dettata dalla crisi, dalla povertà ma soprattutto è una fuga da paesi dove le condizioni di vita e politiche sono al limite della sopravvivenza.
Devo ammettere che una seria riflessione su questo fenomeno deve essere fatta, senza scontri ideologici o partitici. E’ un fenomeno che non può essere gestito solamente dall’Italia ma da tutti i paesi dell’Unione Europea. Non tutti i Paesi hanno la sensibilità e la cultura dell’accoglienza, credo che i cristiani invece hanno l’obbligo di accogliere, aiutare.
Questi immigrati sono una risorsa. Certo bisogna vigilare, capire se hanno voglia di integrarsi e lavorare. Non deve esserci nessuna prevaricazione né dall’una né dall’altra parte, ma una pacifica convivenza.
Qualche giorno fa mi è capitato nella mia professione di medico di visitare due ragazzi minorenni del centro di accoglienza della Colonia don Bosco alla Playa di Catania. Sono rimasto colpito dalla serietà e della compostezza dei due diciassettenni. Avevano degli sguardi spauriti ma una grande voglia di riprendersi il loro futuro.
Molti di questi ragazzi, mi è stato detto che sono istruiti e parlano l’inglese o il francese. Uno di loro aveva ottenuto l’autorizzazione per iscriversi all’Università presso la Facoltà di Matematica.
Rimangono molti mesi in questa struttura dove i Padri Salesiani li istruiscono e li preparano alle difficoltà della vita in altre regioni d’Italia o in altri paesi dell’Europa.
La cultura della solidarietà deve prevalere prima di ogni cosa, emarginando e colpendo coloro i quali vogliono trarre profitto da questa migrazione epocale.
Orazio D’Antoni