In questo mese di ottobre, un addetto del servizio postale ci notifica una Raccomandata R.R. spedita dal Comune di Catania, con la quale il Funzionario Responsabile, di un servizio (omissis), ci diffida, ad adempiere, -per omesso-parziale-tardivo pagamento del canone per l’anno 2014- al versamento di un importo di Euro…….., a mezzo dell’allegato modello F24 o mediante bonifico bancario – in unica soluzione, indicando nella causale il numero del presente Atto di Diffida. Seguono, la descrizione dei documenti che originano la Diffida ad adempiere, la Determina, ed i relativi importi dovuti, per i suddetti motivi: 1) omesso pagamento, 2) sanzione su omesso pagamento, 3) interessi, calcolati per tre volte, sugli anni di ritardo (a dir loro), 4) spese di accertamento e notifica, 5) arrotondamento (!) …il computo totale? Presto detto: supera del 50% l’importo originario, del Canone stesso !
A prescindere che se l’accertamento fosse stato fatto in tempi ragionevoli e non dopo tre anni, le sanzioni e gli interessi sarebbero stati di gran lunga inferiori, quello che ci colpisce è l’assoluta arroganza ed intimazione di accertamenti, non eseguiti correttamente, ma con sufficienza e leggerezza, impositivi e senza preavviso di precisazione (sarebbe stato molto più cordiale e corretto comunicare: qualora il pagamento fosse avvenuto la preghiamo di non tener conto della presente… per cui la S.V. è pregata di contattare i ns.uffici esibendo quietanza liberatoria dell’avvenuto pagamento); invece, con una comunicazione semplice, ma dovuta, si risparmiava, tempo, lavoro e spese, anziché inviare il modello F 24 contrassegnato Agenzia delle Entrate ! Come dire, vessati, indifesi e senza alcuna possibilità di un contraddittorio. Probabilmente siamo lontani anni luce da un indispensabile dialogo costruttivo con la cittadinanza, ancora ritenuta facente parte della categoria dei sudditi a cui tutto si obbliga . Ora, poichè il Medioevo da tempo non c’è più, ci corre l’obbligo di aggiungere alcune considerazioni, vista la sicumera dell’emittente.
Non ha alcuna importanza la cifra dovuta, ma ci dà fastidio la modalità della richiesta, decisamente imperativa, in urto con la sensibilità di persone attente e correntemente puntuali nel versare le dovute imposte e, soprattutto le spese di notifica addebitati all’utenza, per il lavoro eseguito da funzionari poco attenti, l’intimazione,la diffida(come se fossimo tutti morosi,distratti o mal pagatori)e i termini niente affatto cordiali,ma soltanto comandi da eseguire (qualora non avvenisse il pagamento entro il….omissis) !
L’attento lettore, si sarà già reso conto che la presente dimostra un grosso abbaglio, dovuto a dipendenti, funzionari, accertatori del Comune di Catania, che non hanno ben guardato il caso, i fascicoli, gli importi versati, o esaminato ed accertato che il Canone dovuto, per tale incidente di percorso, era stato, in effetti …… già pagato, nei modi e termini indicati da loro stessi, come si evince da ricevuta quietanzata, in nostro possesso. Ma che efficacia di comunicazione ! E intanto, armandoci di santa pazienza …. non ci rimane altro che recarci dal Funzionario Responsabile (tempo nostro regalato alle loro sciocchezze, la fatica a salire due piani a piedi- e penso sempre alle centinaia di anziani che salgono per analoghi casi di improvvida fatalità), che in virtù e “nell’ambito del potere conferito quale responsabile dell’esercizio di ogni attività organizzativa e gestionale del canone…..” ha emesso l’Atto di Diffida ad adempiere. E dunque nei giorni di ricevimento indicati e nell’orario consentito ci rechiamo presso gli uffici preposti. Nessuna guida che indichi la stanza dei Funzionari firmatari l’Avviso, ma soltanto la denominazione del servizio.
Due piani (quelli d’una volta), a piedi, un centinaio di scalini e, ricordandoci di un fraterno amico, dipendente comunale decidiamo di andare a trovarlo per saperne di più o farci indirizzare dai citati Funzionari. E in effetti risulta vincente l’idea, per cui ci accompagna presso una collega che è collaboratrice diretta del Funzionario Responsabile dell’Ufficio.
Esposto il motivo, la suddetta Signora ci invita ad esibire quietanza del pagamento. Presane atto, prega una subalterna di farne una fotocopia ed accerta al computer la posizione dell’utente. Preciso, nel mentre, che non gradirei per il futuro che si ripetesse lo stesso disguido ed ecco che si avvicina un distinto signore a partecipare alla dialettica, intervenendo. Chiedo di sapere con chi ho il piacere di dialogare e si presenta come il Funzionario che stavo cercando!
Mi presento a mia volta e, sostenendo il disagio degli utenti, il tempo perduto, l’imposizione ricevuta, il disturbo subito, la fatica per le scale, la ricerca e quant’altro, se ne esce con la scusa che sono molti gli evasori, che possono capitare disguidi, che la situazione è questa e quant’altro a giustificare il loro modo di agire…(Lei poteva telefonare…-e se avessi telefonato, non sarei dovuto venire lo stesso ad esibirla?) .
Replico, che è il sistema sbagliato, poco cordiale, perchè anziché andare a scovare i veri evasori (e ce ne sono tanti, qui il Funzionario, me ne dà conferma) andate, soltanto, a controllare quelli che si sono dichiarati e di cui disponete gli elenchi. Mentre coloro che non lo sono mai stati, non chiedendo rilasci, concessioni, licenze o altro e mantenendosi anonimi, abusivi ed evasori…. sino a quando non vengono pescati, la fanno franca, non ricevendo mai tali sgradite ingiunzioni.
Il grande Totò aggiungeva : “..ed io pago…”
Insomma per farla breve, neanche le scuse riceviamo per i disagi subiti, le preoccupazioni per essersi visti notificare, per raccomandata, una intimazione di pagamento. In parole povere sono convinti d’avere ragione e che il sistema sia quello giusto. Inutile aggiungere altri commenti… il vero sordo è colui che non vuol sentire né ascoltare ragioni. Intanto hanno sprecato tempo, lavoro, denaro, contenti loro…
Nel frattempo, mi stampano un Provvedimento di Annullamento dell’avviso di liquidazione, con la motivazione: perché GIA’ PAGATO il 4/01/2014 (nella speranza che provvedano, di conseguenza ad avvertire anche l’Agenzia delle Entrate, ma è un dubbio che ci rimane). Ringrazio,saluto e vado via.
A noi è andata bene ma, pensiamo e riflettiamo su tutti coloro che non riescono a trovare le quietanze, per smarrimento, distrazione, o conservate altrove e messe fuori posto, vista la sventagliata di raccomandate che il Comune ha spedito.
Uscendo, desidero farvi notare due episodi che ci fan sorridere amaramente:
1) dietro la porta d’ingresso “ Scusatimi u sapiti unni aju a gghiri, ppi truvari stu scinziatu ca mi mannau sti dui raccumannati? Doppu ca haju pavatu, doppu tri anni ancora non ci arrisutta nenti? Ma cchi è modu chistu? I jettunu i carti, o volunu l’autri picciuli ?”
2) altresì, scendendo le scale: “Ci avissuru a veniri a iddi sti duluri ca aju…. a 79 anni ancora aja a cummattiri cu sti malanova. Scusassi mu sapi addiri unni i trovu a chisti ca mi stanu ‘nzuttannu? Non c’è pietà ppi nuddu !” ….
Ecco queste erano le considerazioni di due persone, meravigliate ed infastidite, anziane, che pativano, in maniera originale, le stesse nostre disavventure e preoccupazioni.
Se questi sono i risultati di “Catania cambia Catania”, “Paghiamo tutti per pagare di meno”, “Città Metropolitana”, “Trasparenza e Legalità” siamo davvero alla frutta… ovvero, ma quante ne abbiamo sentite (o subite di queste promesse).
Piero Privitera