Stiamo vivendo uno dei momenti più tristi dal dopoguerra, anni di affanni quotidiani lontani dai pilastri della vita: lavoro, servizi, sanità e istruzione.
Da anni siamo costretti a convivere con corruzione, malaffare e instabilità in ogni campo. Cosa fare per trovare la via maestra in questa Sicilia che senza più carta nè bussola naviga a vista ? Cosa fare per evitare la marginalità estrema di una enorme fetta di popolazione che vive povertà di ogni genere?
Penso alla gente insoddisfatta, stanca, delusa delle promesse mai mantenute, senza alcuna fiducia nelle Istituzioni e disaffezione del pubblico.
Basta pensare al dramma del lavoro, della formazione e i problemi della Sanità. Come non stigmatizzare i problemi delle grandi città: la degenerazione urbana in alcune aree centrali, la persistente marginalità e degrado delle periferie, l’inquinamento, i trasporti etc.
Cresce il malcontento e cresce la disoccupazione, il rapporto sulla povertà delinea una situazione drammatica: i giovani sono sempre più poveri, i livelli di occupazione sono i più bassi degli ultimi 40 anni, dal 2008 si è perso il 70% dei posti di lavoro e l’unica possibilità è lasciare il meridione e l’Italia.
Sempre più anziani si vedono rovistare tra i rifiuti in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Cresce la paura di non vedere ripresa in nessun settore produttivo.
Chi ha perso il lavoro vive la peggiore destabilizzazione legata alla povertà della disoccupazione, alla povertà alimentare, al sogno della casa che si trasforma in un incubo, alla difficoltà di potersi curare , alla povertà educativa e di istruzione.
E’ stato previsto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il piano SIA, Sostegno per l’Inclusione Attiva, che è in atto in dodici città italiane (Palermo e Catania compresa) e dopo quarantacinque giorni dall’entrata in vigore, dal 2 settembre 2016, in tutto il territorio nazionale.
Il piano SIA prevede un reddito d’inclusione per il lavoratore che ha perso il posto di lavoro e non ha più diritto al sussidio.
L’erogazione del beneficio economico è previsto per le famiglie in condizioni disagiate nelle quali almeno un componente sia minore, disabile o in gravidanza. La richiesta del beneficio deve essere presentata da un componente del nucleo familiare al Comune mediante la compilazione di un modulo Inps.
Cosa si sta facendo nella nostra Regione per la lotta alla povertà?
Quanti i nuclei che hanno bisogno e diritto?
La pubblicità è stata fatta nel modo giusto?
L’aiuto nel presentare le domande è stato dato?
Nei nostri Centri Ascolto del volontariato si presentano persone che chiedono aiuto perchè incapaci di pagare la TARI pur avendo una casa, ereditata di defunti genitori, senza energia elettrica e che mangiano alla Caritas. Nei centri ascolto, nelle parrocchie si presentano persone che piangono perchè non possono comprare i libri ai figli ed altre che, addirittura, non possono dare da mangiare alla famiglia. Da quello che percepiamo, noi vicini a chi vive il disagio, è che la cittadinanza non riesce a vedere uno spiraglio di luce. Non nell’agricoltura, non nell’industria non nel terziario grande settore di molte città.
I negozi si aprono per chiudersi dopo pochi mesi, non si riescono a spendere i fondi europei per far ripartire la ripresa, non si riesce ad avere una prenotazione medica specialistica per tutelare la propria salute, tutta la sanità è allo sbando con chiusure di reparti e ospedali.
Cosa fare in questa situazione di quasi deriva ?
Aderire a movimenti o affidarci a un partito chi è riuscito in passato a dare dignità ai siciliani e che vuole ripartire dai problemi reali della gente, coinvolgendoli e garantendo una partecipazione reale a politiche che diano risposte immediate in tutti i settori e soprattutto chiedere provvedimenti da parte del Governo e Regione per incrementare l’occupazione ?
Credo che la cosa più saggia , in un momento di antipolitica, sia affidarci a chi è abituato a fare politica, a chi è abituato a fare le cose per bene e con serietà per evitare un voto di protesta ci porti ad altri difficilissimi anni.
Orazio D’Antoni