Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato in questi giorni sul quotidiano cattolico Avvenire che riprende uno studio dell’associazione ‘’Save the children’’ relativo alla situazione drammatica dei giovani in Italia rispetto la condizione abitativa, l’alimentazione, il freddo in inverno, il rischio sismico in alcune regioni, l’educazione, la scuola, i vestiti.
Un milione di bambini vive in assoluta povertà. Devo confessare che questi dati mi hanno sorpreso, credevo che le condizioni di vita delle famiglie fossero migliorate nell’ultimo decennio. Invece siamo in piena recessione. Il fenomeno si avverte soprattutto nelle periferie delle grandi città e investe anche strati della società che, alcuni anni fa, sembrava impensabile potessero essere colpiti. La crisi ha investito anche famiglie benestanti, piccoli commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, formando schiere di nuovi disoccupati. Inevitabilmente i più colpiti sono i bambini, anello debole della catena. La carenza di risorse ha causato anche una riduzione dell’intervento pubblico e del welfare. Le Caritas, le associazioni e il volontariato delle grandi metropoli non bastano a colmare i vuoti lasciati dal pubblico con l’aggiunta e le complicazioni delle problematiche degli immigrati fuori dai circuiti delle prefetture. La politica? Per adesso è occupata con i temi del referendum del prossimo 4 dicembre. Non si è veramente capito se l’esito di un si o di un no potrà cambiare le sorti economiche del nostro paese. Mi auguro che qualsiasi sia l’esito, possa la politica dedicarsi alle sorti degli Italiani più in difficoltà e soprattutto dei bambini che sono il futuro della nostra Nazione. Un Governo sia nazionale o regionale che non volge l’attenzione ai propri giovani è una Nazione senza futuro.
Orazio D’Antoni |
Povertà. Case fredde, niente giochi e poco cibo, in Italia aumentano i bambini «senza» Per affrontare la questione della povertà, l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat sulla spesa sociale in Europa per il 2013, destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% rispetto all’8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7%, contro una media europea dell’1,9%. La mappa ‘Efficacia del welfare’ mette inoltre in evidenza che gli interventi di welfare messi in campo dal nostro Paese per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori di 18 anni di soli 10 punti percentuali (dal 35% al 25%). Un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente, davanti solo a Romania e Grecia, considerando che mediamente in Europa gli interventi sociali in favore di famiglie e minori riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7% «L’infanzia in Italia è un tesoro che va protetto, soprattutto se si considera che i bambini nel nostro Paese sono sempre meno, sottolinea Save the Children». Il 2015 ha fatto registrare il record negativo di nati registrati all’anagrafe: 485.780 bambini, un livello di guardia mai oltrepassato dall’Unità d’Italia. Il tasso di natalità, pari a 8 nati ogni 1.000 residenti nel 2015, si sta abbassando di anno in anno dal 2008, quando era pari a 9,8 su 1.000. Anche i minorenni sono sempre meno. Il loro peso specifico sul totale della popolazione è sceso dal 17% del 2009 al 16,5% attuale (poco più di 10 milioni di bambini e ragazzi da 0 a 17 anni). Bambini senza Cerchiamo di essere accanto ai bambini e agli adolescenti nei luoghi che segnano la loro crescita. E di ascoltarli. Perché da loro possiamo comprendere quali sono le reali priorità da affrontare. Come dimostrano, del resto, i laboratori sui superpoteri che abbiamo realizzato con 130 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 22 anni impegnati nel Movimento Sottosopra», spiega Save the Children. Dai laboratori emerge che «se i ragazzi potessero vestire i panni di veri e propri Supereroi, utilizzerebbero i loro SuperPoteri per dar voce ai propri bisogni inespressi, per risolvere i problemi e il disagio che affliggono l’infanzia e per rendere il mondo un posto più giusto e senza discriminazioni». tratto da |