Occhio peso adolescenza, peggiori funzioni cognitive future
Meglio stare attenti al peso in adolescenza. Un indice di massa corporea (Bmi) alto in questa fase della vita può incidere negativamente sulle funzioni cognitive future, anche se poi magari si dimagrisce. È quanto emerge da uno studio della Hebrew University-Hadassah Braun School of Public Health and Community Medicine, in Israele, pubblicato sulla rivista Journal of Alzheimer’s Disease.
“Abbiamo scoperto che un più alto indice di massa corporea nella tarda adolescenza e che continua sul lungo termine prediceva funzioni cognitive peggiori più tardi nella vita – spiega Jeremy Kark, autore principale della ricerca – è importante sottolineare che questo studio dimostra che l’impatto dell’obesità sulle funzioni cognitive nella mezza età può già cominciare nell’adolescenza, indipendentemente dalle variazioni di Bmi nel corso della vita adulta”. Un elemento protettivo sembrava rappresentato da un buono status socio-economico dei ragazzi e dall’altezza, che sembrava essere associata a migliori funzioni cognitive.
I ricercatori hanno utilizzato dati di peso e altezza di 507 persone monitorate per oltre 33 anni a partire dall’età di 17.
Tra i 48 e i 52 anni gli studiosi hanno sottoposto i partecipanti allo studio a una valutazione cognitiva computerizzata, mentre con diversi metodi è stata valutata la posizione socio-economica.
Contro il cancro in futuro ognuno avrà la propria dieta
Non esiste una dieta universale contro il cancro. Ognuno dovrebbe avere la sua, perché in base a sesso, età e abitudini, la stessa sostanza può fare bene ad alcuni ma non ad altri. In futuro con un test del sangue sarà possibile dire chi deve mangiare cosa e ognuno potrà avere la propria personale dieta per prevenire i tumori”. A parlare è David Khayat, uno dei maggiori oncologi a livello internazionale e autore di moltissimi libri incentrati sulla prevenzione, intervenuto al Salone internazionale dell’Alimentazione (Sial) in corso a Parigi.
“La vitamina E, ad esempio, per le donne va bene ma per gli uomini aumenta del 30% il rischio di cancro alla prostata, mentre la A va bene per tutti, ma non per i fumatori in cui aumenta del 300% il rischio di tumore al polmone”, chiarisce Khayat, autore di molti libri in tema di prevenzione, compreso il bestseller la ‘Vera dieta anticancro’ (Mondadori, 2011) che, sulla base delle evidenze scientifiche, passa in rassegna tutti gli alimenti che giocano un ruolo antitumorale. In attesa che la medicina personalizzata possano aiutarci scegliere la dieta migliore per ognuno, però, sottolinea, alcune regole valgono per tutti. Ovvero “meno calorie, meno grassi, meno zuccheri, seguire le stagioni, diversificare gli alimenti, evitare cibi carbonizzati”. Qualsiasi dieta, prosegue Khayat, oggi capo del dipartimento di Oncologia presso l’ospedale Pitié-Salpêtrière a Parigi, “non causa né cura il cancro. Ma alcuni alimenti, grazie alle loro proprietà antiossidanti, sono più protettivi di altri perché riescono a riescono a sopprimere tossine e radicali liberi”. Tra questi: melograno, carote, pomodori, curcuma e tè verde. Ma anche fagioli secchi, con inibitori della proteasi in grado di rallentare la moltiplicazione delle cellule tumorali; cavoli e broccoli, protettivi contro i tumori di bocca, esofago e stomaco; aglio e cipolla, che accelerano la riparazione del Dna, e lo zenzero che, in quanto anti-infiammatorio, rallenta la crescita del cancro”. Infine l’esperto tranquillizza rispetto a zucchero e carni rosse. “Non si consiglia un’assunzione eccessiva, ma l’allarme che c’è stato negli ultimi tempi è stato esagerato rispetto alle evidenze scientifiche”.
da generazioneprecarisanita
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Δουκέτιος 01 – 6 dicembre 2016
http://generazioneprecarisanita.altervista.org/politici-ascari/
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Δουκέτιος 02 – 14 dicembre 2016
http://generazioneprecarisanita.altervista.org/primi-distinguo-dal-confronto-truccato/