Informazione sanitaria

Caffè ‘stimola’ longevità

caffeIl caffè potrebbe stimolare la longevità contrastando un processo infiammatorio nell’organismo che mette a rischio la salute del cuore.
È quanto emerso da una ricerca condotta da David Furman della Stanford University in California, e pubblicata sulla rivista Nature Medicine (Expression of specific inflammasome gene modules stratifies older individuals into two extreme clinical and immunological states. Furman D, et al Nat Med. 2017 Jan 16.doi: 10.1038/nm.4267).
Già in passato uno studio sul New England Journal of Medicine condotto da ricercatori del National Cancer Institute presso i National Institutes of Health americani aveva evidenziato che il consumo abituale di caffè riduce il rischio di morte per molte cause, malattie cardiache, ictus, infezioni, lesioni o incidenti. In questo nuovo studio si è però per la prima volta indicata una possibile motivazione di questi effetti ‘allungavita’ della nera bevanda. Gli esperti hanno analizzato un campione di individui di 20-30 anni e un altro gruppo di individui anziani dai 60 anni in su sottoponendoli a visite periodiche. Hanno così notato che nel sangue degli individui anziani, ma non in quello dei giovani, è presente un eccesso di attività di due famiglie di geni legate a un processo infiammatorio molto forte, a sua volta collegato a pressione alta e rigidità delle pareti dei vasi sanguigni (che sono fattori di rischio per il cuore).

Andando a esaminare più da vicino gli anziani, gli scienziati californiani hanno poi visto che in alcuni anziani questi processi infiammatori sono più intensi, in altri meno. Gli esperti hanno visto che gli anziani con bassi livelli di infiammazione in atto, sono consumatori abituali di caffè e altre bevande contenenti caffeina. Così gli scienziati hanno testato in laboratorio due ‘sottoprodotti’ della caffeina, la teofillina e la teobromina, e visto che effettivamente le due sostanze sono in grado di tenere a bada questo processo infiammatorio deleterio per la salute del cuore, cosa che potrebbe spiegarne, appunto, la sua azione protettiva

 

Un esame delle urine spia cosa e come mangi

urineCreato un test delle urine che spia quanto è sana la nostra dieta, svela il tipo di alimenti consumato e in più quanti grassi, zuccheri, fibre e proteine mangiamo.

Messo a punto da scienziati dell’Imperial College di Londra, delle Newcastle University e Aberystwyth University, il test potrebbe in futuro essere di aiuto per ottimizzare la riuscita di programmi di dimagrimento e aiutare i pazienti reduci da infarto ad adottare uno stile alimentare salutare abbandonando scelte dietetiche sbagliate.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Lancet Diabetes and Endocrinology.
Gli esperti inizialmente hanno studiato per alcuni giorni un gruppo di individui ospitati nel laboratorio, le cui diete (salutari e non) erano rigidamente stabilite e controllate dagli sperimentatori. In questo modo gli scienziati hanno tracciato diversi profili dell’esame delle urine corrispondenti ciascuno a una dieta più o meno sana.

Poi i ricercatori hanno verificato l’attendibilità del test così sviluppato, coinvolgendo altri 291 individui di cui non conoscevano in partenza lo stile alimentare, riuscendo con l’esame delle urine a dire con esattezza che tipo di dieta seguisse ciascun volontario.
In futuro questo test potrebbe divenire talmente sensibile da mettere a nudo ogni singolo cibo ingerito e magari anche le quantità; insomma una vera spia inflessibile che misuri obbiettivamente il grado di salubrità della dieta di un individuo e controlli quanto un paziente si attiene veramente alla dieta prescrittagli

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