Nel salone della Biblioteca Bellini, spazio culturale ben gestito, silenzioso e pulito, ubicato in uno dei luoghi più caotici della città, a via di Sangiuliano, ospiti di eccezione hanno dato vita a un dibattito bello e teso, dove pub-blico e relatori si sono spesso scambiati i ruoli, parlando di un romanzo definito dalla stampa nazionale profetico, credibile, visionario, semplicemente bello: Jihad il Piano Segreto di Art Mc Loud. A introdurre l’incontro, con una sala gremita oltre la sua capienza, la dottoressa Anna Quartarone, vestale di questo luogo speciale di Catania dove l’amore per i libri e la città sono ben intessuti. Poi la parola passa agli ospiti che affrontano il tema centrale: la Sicilia, è sotto attacco? Per sapere se questa ipotesi sia o no credibile, si dovrà però leggere il romanzo, costruito su una logica e un linguaggio avvincenti, che tiene inchiodato il lettore alle pagine che scorrono e lo trascinano tra le macerie, al centro di momenti di violenza bellica o in una poesia dolce, tra le acque del mare, sui barconi o nella vita di tutti i giorni. Ce n’è per tutti in questo racconto di contrasti e viaggi, con situazioni che spesso stonano con il contorno. E chi vuole, può decidere di lasciare il filo della passione narrativa, fino ad affrontare temi alti, per chi vuole farlo, quali i diversi modi di intendere la giustizia o cosa sia diventata la nostra civiltà globale.
E queste riflessioni nascono anche dalle parole di Stefania Panebianco, docente di Relazioni Internazionali, Maurizio Caserta economista e promotore della Fondazione Mediterraneo Sicilia Europa, Giusi Scalia attivista del Centro Antiviolenza Galatea e Claudio Melchiorre, scrittore e studioso, incalzati dalle domande e dalle osservazioni di Emanuela Corsi, giornalista, hanno cercato di definire quanto sia credibile l’ipotesi di una guerra europea. Non lo fanno come custodi di una cultura alta, ma come lettori incuriositi e conquistati, loro si, dalle parole. In questo viaggio tra oriente e occidente del Mediterraneo, nel quale i relatori sono immersi al punto di parlare del romanzo come di un fatto in corso di svolgimento, intessuto di cronaca, romanticismo, fede e guerra, hanno rivelato di essere rimasti incantati e sorpresi, fino al punto di non osare domandarsi quanto gli avvenimenti raccontati con inusuale forza narrativa, possano essere verosimili. Anzi, la parola verosimile viene tirata in ballo spesso per ammetterla e poi rifiutarla, davanti al fatto compiuto. E nelle due ore di un dibattito su quello che viene descritto come un film a parole scritte, il pubblico reagisce ed interviene, chiede maggiori particolari e poi rifiuta di sentirli.
Nel corso della serata, sono state ascoltate le parole di un padre sconfitto che deve dire addio ai suoi figli; il dono ad un soldato valoroso di una donna picchiata e brutalizzata; una storia di imbrogli e corruzione probabile sullo sfondo dell’accoglienza prestata da volontari belli dentro e fuori; il dialogo tra un picciotto di mafia e un guerriero che vanno in Africa dalla Sicilia su un potente motoscafo e parlano di fede; un incontro d’affari in un bar siciliano. Tutti brani letti da un magistrale Miko Magistro e dall’omonima Gabriella, non chiariscono la storia ma scatenano interesse nel dibattito che vede anche il pubblico reagire, a tratti protestare per le troppe o le troppo poche informazioni.
Dopo ogni lettura, in sala si vede l’effetto dei nervi scoperti di situazioni sospettate e mai messe nero su bianco, ma anche la curiosità di chi è semplicemente interessato ad una bella storia. A volte, lontano dagli editori, nascono successi inattesi, figli della distribuzione del web e del passaparola. Già, perché questo successo tutto siciliano ha un solo punto di distribuzione in un piccolo gioiello urbano come la libreria Fenice di via Garibaldi, a Catania, o i portali di vendita libraria come Amazon, Mondadori o Ibs.