Recentemente abbiamo conosciuto i drammi del terremoto nell’Italia centrale. Condividiamo che una delle emergenze più sentite dalla popolazione è proprio la messa in sicurezza delle scuole proprio per tutelare la salute e la sicurezza dei nostri figli in caso di terremoto o di pubblica incolumità.
Regione e Comuni potevano avviare lavori in scuole o edifici pubblici senza il rischio di sforare il patto di stabilità cioè senza vincoli di spesa.
Questa opportunità veniva da una legge nazionale dopo i danni del terremoto. Non erano soldi finanziati, ma si dava ai Comuni e alle Regioni, la possibilità di recuperare somme avanzate negli anni passati o accendere mutui. Si poteva riqualificare e mettere in sicurezza gli istituti scolastici ma anche eliminare l’amianto del quale conosciamo i danni alla salute. La Regione Sicilia non ha voluto o saputo cogliere questa occasione e sembrerebbe che sono stati pochi i Comuni che hanno aderito a questa opportunità .
L’ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori lancia l’allarme della mancata occasione, basta pensare a quante maestranze potevano trovare lavoro, considerando la crisi che attanaglia questo settore.
La Sicilia, anche in considerazione della crisi politica, non è riuscita ad approvare un mutuo in tempi utili. L’Assemblea Regionale è ancora oggi alle prese con l’approvazione della finanziaria nonostante i proclami e le necessità impellenti di molti settori. Basta ricordare l’incresciosa vicenda dell’assistenza ai disabili e delle fasce più deboli.
La domanda di adesione ai fondi doveva essere inviata in tempi utili a Roma, non è accaduto: un’altra opportunità persa per la Sicilia. Ricordiamo che la situazione delle scuole in Sicilia è disarmante, un edificio su tre è costruito tra 1961 e 1975 mentre il 18% tra il 1921 e 1960. L’anagrafe dell’edilizia scolastica ci dice che vi sono in atto carenze di certificazioni e controlli. E’ grave che il 75% degli istituti non rispetta la normativa antisismica, solo il 17% degli edifici ha rispettato la verifica sismica.
Il dipartimento dell’Istruzione ha sbloccato tantissimi fondi e messo a disposizione dei Comuni molte risorse. Le amministrazioni però lamentavano la impossibilità di accedere alle risorse per i limiti di bilancio imposti. Qual è il paradosso ? Adesso che non ci sono limiti di bilancio perché una legge consente di superarli: la Regione Sicilia e molti Comuni non hanno risposto.
Ogni commento è superfluo.
Orazio D’Antoni