Completato nel 2017 il Piano Europeo … scaduto al 2013

11-pag-5-logoDopo tanto penare, la Regione Siciliana ha concluso la problematica gestione del Programma Operativo Regionale 2007-2013. La spesa totale ammonta a oltre il 95% delle somme disponibili. Ci sono Paesi che mettono a segno il 110% delle somme assegnate, ma per come si erano messe le cose quattro anni fa, il risultato non è male.

Scorrendo i dati dei risultati ottenuti si conferma l’idea che il Piano era stato redatto all’epoca in modo confuso e poco concentrato, senza un’idea chiara e concentrata sul da farsi per rendere la Sicilia vincente in un campo specifico, ma molte cose sono state realizzate.

Saltano agli occhi alcuni dati, come la realizzazione di trentaquattro chilometri di strade in tutto. La Sicilia sta soffrendo la perdita di molti collegamenti interni anche stradali a causa di frane e smottamenti, con aree della regione che hanno visto moltiplicarsi i tempi di collegamento con le grandi vie di scorrimento e questo accade in modo sensibile in aree come il calatino, molte aree attorno a Nicosia, nissene e agrigentine.

Sono stati recuperati teatri come il palermitano di Santa Cecilia, e finanziati con fondi comunitari gli impianti di risalita privati di Piano Battaglia.

Più importante sicuramente è stato il completamento di alcune fermate della metropolitana catanese.

Il dato più inquietante invece è quello sulla raccolta differenziata. A distanza di quasi vent’anni da quando è cominciato l’iter travagliato per la gestione ecologica dei rifiuti, è stato segnato il record del venti per cento di raccolta differenziata. Dovremmo essere al sessanta per cento, almeno da un decennio e invece continuiamo a pagare conferimenti in discarica folli che si ribaltano sulle bollette e le tasse locali.

Complessivamente, la soddisfazione per aver speso il denaro che ci è stato restituito dall’Unione Europea c’è, ma il desiderio che finalmente si riesca a elaborare e realizzare col piano in corso o quello prossimo un progetto organico di sviluppo regionale resta forte. Finora una scelta chiara su quale tipo di turismo, industria, agricoltura, servizi dovrà puntare la Sicilia non c’è stata. E finché non ci sarà, difficile che avremo risultati tangibili sulla condizione di povertà dilagante di cui soffriamo.

Per il momento, godiamoci almeno la soddisfazione di aver ‘perso’ soltanto qualche decina di milioni su quattro miliardi di spesa. Realizzata comunque con quasi un quinquennio di ritardo.

                                                                                                                  Claudio Melchiorre

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