In Italia cinque milioni di giovani sono senza lavoro. Studenti fuori corso, neet (ragazzi che non studiano e fuori dall’obbligo scolastico). Sono dati che fanno riflettere e che sono stati presentati recentemente dal sindacato nazionale UGL. Nel 2007 i disoccupati giovani erano appena un milione e mezzo. Oggi sono tre milioni e se aggiungiamo altri due milioni dei cosiddetti ”scoraggiati” arriviamo al numero di 5 milioni.
In Sicilia ? Ultima per occupazione, livello di retribuzione, regolarità di contratti, ma prima per disoccupazione (sopratutto giovanile) giovani neet e disparità tra uomini e donne. Lavorano meno di 4 persone su 10; quanto a tasso di occupazione Palermo è penultima con il 37,4% preceduta da Agrigento, Catania (39,6), Trapani, Caltanissetta, Enna, Siracusa, Messina e Ragusa. Le donne? Solo un quarto lavora nella regione. La Sicilia bocciata anche per tipologia dei contratti.
Il tasso di disoccupazione pone Palermo al terzo posto, Catania al 22° posto. Palermo ha il più alto indice di disoccupazione giovanile (71,2%),Catania è al (50%). Catania ha la più alta percentuale di inattivi(51%). In Sicilia i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono in aumento e rappresentano in assoluto la percentuale più alta in Italia.
Quali politiche attive per il lavoro ? Nulla. Trentatrè anni di incentivi per il lavoro non ultimo Garanzia Giovani finanziato con 178 milioni di euro non hanno portato nessun vantaggio per la popolazione giovanile della Sicilia. La scia degli incentivi inizia nei decenni scorsi con programmi di incentivi per cooperative giovanili e femminili, contratti di formazione lavoro, dall’Agensud. E che dire del ”piano straordinario dell’occupazione” del 1996 ? Quante furono le assunzioni ? Pochissime a tal punto che il trend della disoccupazione giovanile e non solo e’ in continua crescita. Sono stati 187 mila giovani ad iscriversi nel programma di garanzia giovani, tutti illusi solo pochissimi delle decine di migliaia di giovani tirocinanti sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Il vero problema è: a quale tessuto economico si devono rivolgere le politiche attive del lavoro?
Credo che bisogna creare condizioni di sviluppo e di credito agevolato per spingere le imprese a lanciarsi verso nuovi mercati così da potere investire in nuova manodopera. Potrà accadere questo? Difficile perchè non credo alle capacità della nostra classe di imprenditori. La recente visita dei grandi del mondo in occasione del G7 a Taormina deve farci riflettere sulle nostre potenzialità turistiche culturali e paesaggistiche. E’ questa la vera sfida e il futuro della nostra Sicilia.
Orazio D’Antoni