La locuzione dottrina sociale designa il « corpus » dottrinale
riguardante temi di rilevanza sociale che, a partire
dall’enciclica “Rerum novarum” di Leone XIII, si è sviluppato
nella Chiesa attraverso il Magistero dei Pontefici e dei Vescovi
in comunione con essi.
La Rerum novarum ha dato l’avvio ad un nuovo cammino,
innestandosi, in modo esplicito, su una tradizione
plurisecolare di continua attenzione per l’uomo nella società.
Manifesta un patrimonio dottrinale che ha le sue radici nella
Sacra Scrittura, specialmente nel Vangelo e negli scritti
apostolici, ed ha preso forma e corpo a partire dai Padri della
Chiesa e dai grandi Dottori del Medio Evo, costituendo una
dottrina in cui, pur senza espliciti e diretti interventi a livello
magisteriale, la Chiesa si è via via riconosciuta.
Resta, comunque, indubbio che la Rerum novarum (Leone
XIII, 15 maggio 1891) sia la prima enciclica sociale della Chiesa
ed è diventata il documento ispirativo e di riferimento
dell’attività cristiana in campo sociale. A seguire, poi, ci sono
state altre encicliche e lettere apostoliche che, assieme a
messaggi (da ricordare i radiomessaggi natalizi negli anni
della guerra e, più tardi, quelli legati alla “Giornata mondiale
della pace”), a documenti (specialmente quelli del Concilio
Vaticano II) ed a discorsi ufficiali (come quelli pronunciati in
occasione di alcune Conferenze, specie nel terzo mondo)
costituiscono la dottrina sociale della Chiesa.
In questa sede se ne elencano solo i titoli:
• Quadragesimo Anno (Pio XI, 15 maggio 1931)
• Mit brennender Sorge (Pio XI, 10 marzo 1937)
• Divini Redemptoris (Pio XI, 19 marzo 1937)
• Fulgens radiatur (Pio XII, 21 marzo 1947)
• Mater et Magistra (Giovanni XXIII, 15 maggio 1961)
• Pacem in Terris (Giovanni XXIII, 11 aprile 1963)
• Gaudium et Spes (Paolo VI, 7 dicembre 1965 )
• Populorum Progressio (Paolo VI, 26 marzo 1967)
• Octogesima Adveniens (Paolo VI, 14 maggio 1971)
• Laborem Exercens (Giovanni Paolo II, 14 settembre 981 )
• Sollicitudo Rei Socialis (Giovanni Paolo II, 30 dic. 1987)
• Centesimus Annus (Giovanni Paolo II,1 maggio 1991)
• Caritas in veritate (Benedetto XVI, 29 giugno 2009)
Da segnalare, infine, il documento Compendio della dottrina
sociale della Chiesa, elaborato, secondo l’incarico ricevuto
dal Santo Padre Giovanni Paolo II, dal Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace (29 giugno 2004), per esporre in
maniera sintetica, ma esauriente, l’insegnamento sociale
della Chiesa.
Rerum Novarum (delle cose nuove, delle novità)
è il titolo dell’enciclica promulgata il 15 maggio 1891 da papa Leone XIII con la quale per la prima volta la Chiesa cattolica, in modo esplicito, forte ed organico prende posizione sulle questioni sociali tanto da essere considerata il testo fondativo della dottrina sociale della Chiesa.
A fine ‘800 il movimento cattolico era diviso in varie correnti sull’atteggiamento da tenere nei confronti del capitalismo avanzante.
Anche se, in buon numero, auspicavano una sostanziale ed incondizionata accettazione del “progresso”, del libero commercio, e del “laissez faire“, molti si interrogavano sulle condizioni, spesso insostenibili dei ceti popolari più poveri ed auspicavano un avvicinamento al movimento socialista, per tentare di mediare sull’ateismo professato dai marxisti.
Era, inoltre, presente una corrente molto importante rappresentata dai corporativisti, che volevano un ritorno alle istituzioni economiche medievali, allo scopo di ricomporre le tensioni sociali che, in più realtà, avevano assunto dimensioni preoccupanti.
L’originalità della Rerum Novarum risiede nella sua mediazione: ammonisce la classe operaia di non dar sfogo alla propria rabbia attraverso le idee rivoluzionarie, di invidia ed odio verso i ricchi e, al tempo stesso richiama i padroni a mitigare gli atteggiamenti verso i dipendenti e di abbandonare lo forme di vero e proprio schiavismo cui erano sottoposti gli operai. Il Papa auspica armonia e accordo tra le parti sociali; anche attraverso associazioni “sia di soli operai sia miste di operai e padroni”. Al riguardo invita gli operai cristiani a formare proprie società piuttosto che aderire ad un’«organizzazione contraria allo spirito cristiano e al bene pubblico».
L’enciclica esprime, infine, una condanna nei confronti del socialismo, della teoria della lotta di classe, della massoneria, preferendo che la questione sociale venga risolta dall’azione combinata di Chiesa, Stato, impiegati e datori di lavoro.
La Rerum Novarum diede a tutta una fioritura di studi e di iniziative sociali che troveranno una valutazione critica e ulteriori direttive nell’enciclica Quadragesimo anno di Pio XI del 1931.
Quadragesimo anno (“quarantesima ricorrenza”)
è il titolo dell’enciclica sociale promulgata il 15 maggio 1931 da papa Pio XI che riafferma la validità della dottrina sociale della Chiesa cattolica secondo la Rerum Novarum, promulgata, appunto 40 anni prima. Fu fortemente ispirata dalla situazione economica mondiale successiva alla crisi del 1929.
Dopo la Rerum Novarum, lo scenario sociale è denso di eventi sociali epocali: la fondazione del partito laburista in Inghilterra, la Confédération Genéral du Travail in Francia, la rivoluzione bolscevica di Lenin e quella cinese di Mao, il partito National socialista dei lavoratori tedeschi di Hitler, quello National fascista di Mussolini, quello comunista di Gramsci e, nel 1929 il crollo drammatico di Wall Street e l’inizio della “grande depressione”, che provocò un acceso dibattito sulla “crisi del capitalismo”.
Pio XI definiva il documento del predecessore “la Magna Charta sulla quale deve posare tutta l’attività cristiana nel campo sociale come sul proprio fondamento”. Ma contemporaneamente sottolineava che “le nuove necessità dei tempi e la mutata condi-zione delle cose” richiedevano un aggiornamento preciso e pun-tuale della dottrina leoniana.
La “questione operaia” su cui aveva preso posi-zione la Rerum novarum, era diventata ormai la “que-stione del sistema economico capitalista” (e del suo confronto col sistema instaurato dal comunismo in Russia). E fu questa la “questione” complessa, dai forti aspetti ideologici, che venne affrontata da papa Ratti, primo ad usare l’espressione “dottrina sociale” (per esteso “dottrina sulla questione sociale ed eco-nomica”).
L’Enciclica “Quadragesimo anno” evidenzia le implicazioni etiche comportate dall’agire nell’econo-mia specialmente nell’epoca dell’industrializzazione, motiva le norme di questa etica sia partendo dal Vangelo come da principi di etica naturale, descrive a tinte realistiche i danni cĥe derivano alla società e alla dignità dell’uomo sia dal Capitalismo sfrenata-tamente incontrollato sia dal Comunismo totalitario, e insiste sulla necessità della ricostruzione di un ordine sociale basato sui principi della solidarietà e della sussidiarietà.