Catania ha altre fermate di metropolitana e una parte del raddoppio della ferrovia è fatto (quasi).
Ovviamente per inaugurare queste nuove opere, figlie di lustri di impegno di tutti i sindaci che si sono avvicendati negli anni, arriva per l’ennesima volta il ministro Del Rio.
Catania migliora molto con questa metropolitana.
Migliorerebbe ancora di più se fosse più collegata al suo interno e con il resto dell’area metropolitana, ma non si fa tutto in un giorno.
D’altronde, solo a Istanbul si poteva immaginare di realizzare una linea metropolitana sotto il Bosforo e un nuovo ponte di collegamento tra Est Ovest della città, in tre anni.
Qui da noi i lavori si fanno con calma e ci vuole pazienza. La riflessione è un elemento tipico del potente catanese.
L’unica azione che è stata fatta con piglio militaresco è stata la demolizione del cavalcavia sul Tondo Gioeni.
Poi, bisogna ammettere che quel fare marziale che voleva significare discontinuità è stato utilizzato solo per mantenere un rigoroso silenzio sulle tante consulenze offerte e i posti assegnati a alleati e serventi.
Resta il grande mistero della lentezza nel realizzare le fogne di Catania. La regola del ‘ci sono i soldi, non si possono perderli’, quel senso di urgenza avvertito per il ponte urbano a inizio sindacatura, non si sente per smettere di gettare in mare i liquami di due terzi della città. Le polemiche innescate quest’anno, a sorpresa, da Legambiente che improvvisamente si scuote e dichiara che pochi sono i posti non inquinati, nei mari che circondano l’isola, non lasciano il segno. Ancora per quanti anni dovremo restare senza i canali di gronda che porteranno Catania a usare davvero quel depuratore che per prima, ormai tanti decenni fa, la città costruì?
Ancora una volta, spiace dirlo, ma la teoricamente corrotta Prima Repubblica ha fatto meglio della pretenziosa seconda.
I soldi ci sono da più di cinque anni, ormai. Perché non si realizzano le opere, finanziate dallo Stato, per giunta?
Parliamo di oltre cento milioni. Perché questa lentezza?
Claudio Melchiorre