Il termine periferia ha origini antiche e molto significative.
Con questo termine infatti gli antichi Greci identificano quella porzione di terreno che si trovava attorno alla città, dove risiedevano i cittadini a pieno titolo. Nella periferia invece abitavano coloro che non avevano alcuna cittadinanza e che svolgevano i ruoli più umili.
Oggi il termine periferia ha assunto una valenza ancora più negativa, con esso infatti non solo si indicano i luoghi che si trovano nel perimetro al confine con la zona cittadina ma anche, o forse sarebbe meglio dire soprattutto, tutti quei territori “svantaggiati” dal punto di vista urbanistico, funzionale, sociale, economico e culturale.
Accade così che il confine tra città e periferia si assottigli e che le periferie si ritrovino anche al centro.
L’incontro dibattito “Pe-riferie al centro, esp-erienze e contributi per il futuro governo della città” avvenuto nel tiepido ultimo venerdì pomeriggio di aprile nel-l’auditorium della par-rocchia Santa Maria dell’Aiuto ha consentito agli intervenuti di riflet-tere su questo tema così attuale.
Dopo una relazione in-troduttiva del professor S. Spagano che ha approfondito le caratteristiche delle periferie, soffermandosi sull’indice di vulnerabilità che le contraddistingue e dando delle possibili risposte al disagio e al rischio di emarginazione, si sono succeduti diversi interventi programmati che hanno avuto un unico forte e costante denominatore: la comunità come unica risposta all’isolamento della periferia. L’incontro è stato anche una occasione unica per conoscere diverse realtà periferiche ed associazioni che lavorano e operano all’interno delle periferie per arginare il disagio e aiutare i giovani.
Il primo intervento è stato del prof. Alfredo Petralia dell’unione Ex Allievi Salesiani della Salette che ha illustrato l’esperienza e l’impegno dell’Unione nel quartiere San Cristoforo. Quartiere abbandonato dalle Istituzioni carente di interventi sociali e strutturali.
Profondo l’intervento di P. Ristagno, cofondatore dell’associazione culturale Neon che si occupa di attività teatrale con ragazzi disabili, che si è soffermato sulla periferia intesa non solo come luogo fisico. “Occorre stare attenti alle parole” ha ribadito più volte, infatti la necessità di comunicare porta spesso a utilizzarle a caso o a non usare parole specifiche nei confronti delle quali ci si sente ignoranti.
Un incontro interculturale, che ha visto anche il contributo dell’imam della moschea di Catania, M. Abu Tuq, che si è soffermato sull’importanza del saluto, come segno di vicinanza e di rispetto nei confronti dell’altro. “L’uomo non è mai solo” ha tenuto a precisare, richiamando l’immagine della catena che è formata da anelli che legano gli uni agli altri.
Non è mancato anche un intervento con un respiro artistico, tenuto da A. Toscano, direttrice di musica insieme a Librino, che ha impostato il suo intervento sul valore della condivisione e della partecipazione che avviene con la musica d’insieme, leva strategica per far crescere i giovani e sviluppare in loro l’importanza della condivisione.
E’ seguito l’intervento del dott. Piero Privitera dell’Unione ex Allievi Salesiani di via Teatro Greco che ha relazionato sul tema dell’ambiente delle periferie e della solidarieta’e sulla necessita’ di costruire una rete di solidarietà tra associazioni ed enti per riportare le periferie al centro delle politiche del governo della città
La professoressa S. Perni, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Di Guardo-Quasimodo, ha raccontato la propria esperienza di abitante di una zona dell’estrema periferia di Catania, soffermandosi sui pregiudizi che spesso accompagnano coloro che vivono in questi luoghi e che sono costretti ad impegnarsi molto più degli altri per dimostrare le proprie capacità e competenze. Anche lei si è soffermata sull’importanza della comunità, presentando l’esperienza della R.O.Q.,Rete operativa di quartiere, composta dalla scuola, dalle associazioni che si trovano a San Giovanni Galermo e dalla IV Circoscrizione, che sta collaborando per cercare di rendere il quartiere un luogo vivo ed aggregante.
Interessanti gli spunti di riflessione del dott.Gregorio Mirone rivolti al controllo del territorio , alla responsabilità civica e al recupero di spazi sociali.
Le conclusioni affidate al parroco Mons.Carmelo Smedila che ha illustrato la decadenza in cinquanta anni di questa parte del centro storico impoverito di attività commerciali, assenza di servizi e disagio sociale rilevando altresì la scarsa attenzione delle Istituzioni.
Il dibattito è stato egregiamente moderato da Cuzzocrea, che ha sottolineato l’importanza della comunità per poter riuscire a combattere l’isolamento edonistico delle periferie.
Orazio D’Antoni