Auguri. Buon 2019

Un altro anno sta finendo. E’ naturale fare un bilancio degli accadimenti che si sono verificati nel corso dei mesi e che ne hanno influenzato positivamente o negativamente la nostra vita sociale, lavorativa, familiare.

E’ vero che le difficoltà non mancano ma è anche vero che viviamo il più lungo periodo di pace nel nostro paese e in Europa. Non dimentichiamo quello che i nostri padri hanno conquistato per le generazioni future: la pace, la libertà, la democrazia, i diritti. La democrazia è un valore che deve essere difeso, non dimenticando il passato  ma proiettandosi  con forza verso il futuro.

La politica ovvero l’arte del governare, dell’amministrare le nostre città, la nostra regione, il nostro Paese deve essere sempre nell’interesse  di tutti, le scelte devono  prioritariamente volgersi ai più deboli, alle famiglie in difficoltà, ai disoccupati. E’ così ? Il futuro crea preoccupazione, ansia, perché c’è incertezza, cambiano gli stili di vita,cambia il lavoro, i mestieri, tutto ciò è frutto del progresso. Il progresso è cambiamento. Ma siamo pronti al cambiamento? La politica riesce a governare il cambiamento? Si misura con il mutamento?

Non sempre riesce a percepire i cambiamenti e ad approvare le riforme necessarie ai mutamenti sociali, alle nuove tecnologie. Il  lavoro  è la prima emergenza sociale nel nostro Paese. Prima di tutto i giovani, le famiglie, gli anziani, gli immigrati.

Le feste di fine anno ci fanno riflettere su coloro i quali vivono in condizioni di disagio, e a volte di miseria estrema soprattutto nei grossi centri urbani dove lottano per superare le difficoltà e l’emarginazione. Per fortuna laddove le istituzioni falliscono vi è la generosità della gente, del volontariato che è sempre attivo e presente.

La sanità, la sicurezza, l’ambiente, la scuola, l’economia, il lavoro, la pressione fiscale, le pensioni minime sono temi ricorrenti, importanti e presenti nella nostra vita quotidiana con i quali si devono fare i conti tutti i giorni.

Sono del parere che i problemi non si possono risolvere con proclami populisti e senza la collaborazione dell’Unione Europea. Lo scontro frontale con altri stati con imposizioni e dictat non serve se non c’è il dialogo costruttivo improntato sulla solidarietà e la pace.

Auguro a tutti  i nostri lettori un Santo Natale e un felice Anno Nuovo con un pizzico di positività ed entusiasmo perché sono sicuro che riusciremo a dare un paese migliore alle future generazioni.                                          

Orazio D’Antoni

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