“Un lungo cammino nella scuola con costante impegno lasciando una traccia positiva nella formazione culturale e morale dei suoi alunni” questa la motivazione con la quale il Consiglio Direttivo del-l’Unione ha assegnato al Prof. Santo Ligresti il premio “Quartiere Vivo” del 2019 per fare questo ha puntato la sua attenzione all’attività svolta in questa parte della città di Catania nella sua qualità di Preside dell’Istituto Andrea Doria quando aveva sede in via Cordai.
Si è voluto dare un riconoscimento alla azione svolta con com-petenza e all’impegno profuso dal Preside in questa esperienza con una realtà periferica situata in un contesto ambientale gravato da pesanti condizioni socio-economiche che, come è noto, non sempre agevolano le attività didattiche ed educative.
Ha guidato una scuola costituita da un tessuto sociale di famiglie e di adolescenti non sempre inclini alla cura della formazione e spesse volte con comportamenti di notevole devianza, oltre a una spiccata tendenza all’abbandono scolastico.
In un clima di tanta difficoltà ha saputo guidare la comunità scolastica con serio impegno professionale e con senso di umanità e coraggio di proporre idee innovative per la scuola a lui affidata.
Questa sua condotta è stata riferimento sicuro per tanti dei docenti che lo hanno coadiuvato ed hanno fatto propria la capacità di comprendere i giovani e continuano nel loro lavoro a mettere in pratica il suo stile e i suoi insegnamenti.
Questo è avvenuto negli anni dal 1989 al 1997 nella Scuola Media Statale “Andrea Doria” di Catania che aveva sede in via Cordai nella ex sede delle Orsoline articolata in varie succursali tra cui il campanile della chiesa di S. Cristoforo (in seguito chiuso per motivi di sicurezza), via delle Calcare ed il Collegio delle Suore della Provvidenza di via della Concordia.
Quelli furono anni di attività di adeguamento delle strutture: in via Cordai fu riattivato l’impianto di riscaldamento, fermo da anni, fu realizzata la scala esterna per le uscite di emergenza e allestita una bellissima sala teatro, in via delle Calcare furono realizzati il refettorio per il servizio di mensa e una piccola palestra per le attività ginniche e i plessi in generale furono adeguati alle nuove norme sulla sicurezza.
Nel contempo furono avviate le azioni tese al miglioramento dell’offerta formativa: le classi a tempo prolungato da 12 che erano furono portate a 36, con il conseguente ampliamento delle attività pomeridiane di laboratorio e di recupero degli alunni con difficoltà.
Nell’ambito di un progetto pilota del Ministero, la Doria si fece promotrice dell’Osservatorio d’area sulla Dispersione scolastica, al quale parteciparono tutte le scuole pubbliche (statali e non) della circoscrizione (Battisti, Tempesta, Vespucci, Caronda), lo stesso Istituto della Salette, con i vari salesiani susseguitisi in quel periodo.
Poiché il progetto si ispirava ad una logica di raccordo interistituzionale vennero a farne parte il Comune con le sue articolazioni interne (e quindi il Consiglio Circoscrizionale, allora presieduto da Orazio D’Antoni, gli Assessorati alla P. I. ed ai Servizi Sociali), l’ASL, e le Associazioni del Volontariato di cui la nostra città è ricca, con l’entusiasmo contagioso e la giusta carica “rivoluzionaria” di tanti giovani, e ancora oggi, a distanza di oltre venti anni, presenti nel quartiere.
Pubblico e privato sociale, uniti e con un sentire ed un linguaggio sempre più all’unisono, furono partecipi di anni intensi e proficui di conquiste concrete e tangibili, come il risanamento della piazzetta di via Barcellona, poi intestata a don Pino Puglisi, la ludoteca di via Sardo, solo per indicarne alcune.
Bisogna anche riconoscere che finanziamenti significativi vennero dal Ministero degli Affari Sociali, con i fondi della prima legge, la n. 216 creata per dar vita ai tanti laboratori, dal Comune, non solo per il nostro osservatorio, ma anche per gli altri osservatori d’area che, a seguito del nostro, venivano nascendo (Picanello, Librino, S. G. Galermo etc…) su impulso dell’Osservatorio Provinciale sulla DI. SCO. costituito nel frattempo dall’allora Provveditorato agli Studi, con ruolo determinante della Prefettura, per tanti anni egregiamente e fattivamente rappresentata dalla nostra dr.ssa Anna Maria Polimeni.