100 anni addietro

Il 18 gennaio del 1919 cento anni fa, a Roma in una stanza dell’hotel Santa Chiara don Luigi Sturzo fondò il Par-tito Popolare.

Cosa resta dell’appello ai Liberi e Forti pronunciato in quella memora-bile occasione?

Da molti definito, a ragione, come uno degli avvenimenti più importanti della storia d’Italia del ventesimo secolo, nel suo discorso, Don Sturzo, con  l’intelligenza del pensatore e con la precisione del sociologo, seppe intuire ed evidenziare la centralità antropologica, ponendo al centro della sua riflessione l’essere umano come persona con valori e diritti ma soprattutto riferimento primario di tutto, terminale dei beni e dei vantaggi che crea le leggi che regolano il potere.

C’è ancora nostalgia per un partito di cattolici ?  Non credo.

Quale differenza tra un partito di cattolici dal partito dei cattolici?

Sturzo pensava ad una proposta politica non del partito dei cattolici o di un partito di cattolici, bensì di un gruppo di cittadini che ispirati della propria fede e dal Vangelo si candidano al governo del Paese.

In questo senso, quindi, la vera attualità del richiamo di Sturzo  sta nella lungimiranza del suo pensiero cioè di credere la politica non un luogo dove si scende o una piattaforma in cui ci si espone, ma piuttosto un’occasione di servizio a tutela di quei valori non negoziabili che, seppur non definiti tali, stavano a cuore a don Sturzo e che fondano l’agire politico, permettendo così una visione ordinata delle priorità governative, dello stato sociale, dell’eco-nomia e dei diritti civili.

L’appello attualissimo, quindi, è ad avere il coraggio di sentirsi davvero liberi e forti di non indietreggiare di fronte alle difficoltà, alle critiche e alle derisioni, perchè ogni cedimento non segna un progresso ma un regresso, non una crescita ma un pericoloso ridimensionamento dei valori e della stessa politica.

Orazio D’Antoni

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