Influenza, sarà una stagione con meno casi ma più aggressivi
Quest’anno la stagione influenzale potrebbe avere meno casi rispetto a quella scorsa, ma più aggressivi. E’ il commento di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, dopo la pubblicazione della composizione dei vaccini.
Al momento è difficile prevedere come sarà la stagione in arrivo, precisa l’esperto. “Quella scorsa è stata tra le due peggiori degli ultimi anni per numero di casi, pur essendo partita un po’ in sordina – sottolinea -. Quest’anno le prime previsioni che si possono fare, soprattutto sulla base dell’andamento dell’epidemia nell’emisfero australe , sono per una stagione con meno casi ma più aggressivi, data la presenza dei virus A che di solito danno più complicazioni”. Il caso emerso ieri del bambino negli Usa morto per influenza, aggiunge Pregliasco “ci ricorda che questa malattia può uccidere, soprattutto i soggetti più fragili. Da noi la consapevolezza è minore, mentre invece bisogna essere preparati.
Soprattutto se ci
sono comorbidità, come in questo caso, l’influenza può essere molto pericolosa,
e non a caso ogni anno registriamo nel nostro paese 8-10mila morti collegati al
virus – prosegue -. I più a rischio sono i soggetti anziani, o chi ha una
malattia preesistente, ma le complicazioni possono riguardare tutti”.
SIMA, l’amianto fa, in Italia, 6.000 morti all’anno
“In Italia 6mila persone all’anno continuano a morire per l’amianto”. Così il presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima) Alessandro Miani al convegno ‘Amianto: gestione del sistema e tutela della salute’, oggi al Cnr a Roma.
“L’esposizione ad amianto, infatti, causa tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare – osserva Miani -. Nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono 125 milioni le persone esposte a rischio amianto”.
“L’impatto dell’amianto per i soli costi diretti (ritiro dal lavoro, cure e morte) nei 28 Paesi dell’Unione europea (Gran Bretagna inclusa) – continua – è pari allo 0,7% del Pil dell’Unione europea”, circa 410 miliardi all’anno. “In Italia – sottolinea – ci sono 96mila i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del ministero dell’Ambiente”.
“Per affrontare il problema in modo strutturale – conclude – è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli enti statali e le amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, per integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali”.