Avrei potuto titolare diversamente la presente riflessione come: “Povertà o Ricchezza?”, oppure “La Povertà e la Ricchezza”, o forse meglio ancora “La Povertà è Ricchezza!”. Vedrò di spiegarmi meglio partendo dal presupposto che intanto aumenta il divario e si fa più grande la distanza tra la Ricchezza dei pochi e la Povertà di molta gente.
E’ bene precisare che “Povertà “ è sinonimo di mancanza di un bene essenziale. Ma di cosa, di chi, di quanto, di quale cosa o bene? Presto detto: di salute, compagnia, denaro, sostegno, cultura, religiosità, di un tetto… diversamente parliamo di miseria, solitudine, abbandono, ignoranza, ateismo (aggiungete pure altro, tanto è infinita la povertà).
Pensiamo a quando si nasce. Poveri in carne e ossa, anche se… Ricchi di Speranza! Ci si augura tante belle cose, di diventare migliori degli Autori dei Giorni nostri, ovvero i nostri Genitori. E i figli sono sempre un segnale di Fiducia, di crescita e miglioramento sociale; vengono concepiti come un antidoto alla povertà. Anche se poi lo Stato o chi ci Governa poco o nulla mette in pratica per sostenere i figli e le Famiglie che li mettono al mondo. Rimane il dubbio, “Povertà o Ricchezza”?
Ma la Povertà può essere Ricchezza?
Certamente se si pensa alla condizione umana della nascita; si viene al mondo senza vestiti ! E guai se non ci fossero stati i genitori: Pensiamo anche al Bambinello in che condizioni ha visto la Luce… ed ancora c’è qualcuna che in maniera improvvida o violenta pensa ad eliminare i neonati mettendoli in qualche cassonetto.
Questa che tipo di povertà è?
Ma sicuramente una Povertà d’Amore, sentimento che invece deve essere la leva per sollevare le sorti dell’intera Umanità e invece apriamo un nuovo fronte, poco avvertito sicuramente, cioè il Disamore, l’indifferenza, l’apatia, l’ignavia verso l’altro, l’odio, il non accettare l’altro per la sua diversità, o peggio ancora per il colore della pelle. Questa è la più grande dimensione della Povertà!
E ci si dimentica che la Genesi non specifica, colori di pelle, nè sesso, ma indica solo “A immagine e somiglianza del Creatore” -aggiunge “Soffio divino”, “ alito donato”… dunque tutto ciò sta alla Povertà come Terapia alla malattia. E’ rimedio, è dono, è Speranza è antitesi alla Povertà.
Sta a noi accettare o girarsi dall’altra parte, dipende da noi soltanto il mettersi a debito confronto, a disposizione, donandosi, offrendosi, impegnandosi, regalare il nostro tempo, la nostra intelligenza agli altri, agli ultimi, ai piccoli, ai minori, a chi è lontano. Troveremo una grande Ricchezza, nello scoprire la nostra vulnerabilità, l’umana fragilità, il nostro stato di bisogno, materiale e spirituale. E l’accettazione all’interno di una Comunità Nuova, al pari delle Comunità Evangeliche, dove tutto era messo in comunione, a disposizione di tutti, ci farebbe respirare un’aria liberante e di condivisione a sostegno degli umani bisogni, materiali, spirituali. E’ insieme che si cresce e ci si realizza. L’egoismo è uno sport deterrente. Nessuno può dire di non avere bisogno degli altri… ma questa è un’altra Povertà.
Povertà è anche Libertà dalla paura, pensateci bene. Possono cento ladroni derubare un povero? Mai. Dunque si è liberi da questa ansia e preoccupazione di venire derubati, non possedendo ciò che agli altri può essere allettante. Ma allora per davvero un povero può essere ricco? Certamente, di cultura, bontà, onestà, di liberamente pensare e disponibilità, valori che non possono essere tolti o rubati da nessuno. Povertà è o può essere ricchezza, non solo mancanza di un bene essenziale, ma opportunità di crescita che nessuno potrà impedire, se non noi stessi. E c’è un dualismo al giorno d’oggi che impera: Che significa essere poveri? Per la Chiesa e per il Papa quando muore un povero va in Paradiso. E da vivi ? Si sta all’Inferno… risponde l’attuale stato sociale. A proposito di dualismo il buio rappresenta la povertà, mentre la luce è La Ricchezza…, luminosità in termini ottici.
E qui si inserisce qualcosa o Qualcuno con una Storia Straordinaria di Assoluta Bellezza: Il NATALE !
In letteratura ci viene, da sempre, descritto come una Luce che irrompe nel buio dei nostri giorni, tristi e pensierosi, rischiarandoci e donandoci Pace e Serenità, la vera Ricchezza della nostra Vita, del nostro Essere. Un Re ricco che si fa povero, per nascere al freddo, al gelo, in una grotta. Per donarsi agli altri.
Dunque se donarsi è Ricchezza, anche un povero può farlo, ed è Ricco.
Almeno questo il Natale ce lo ripete… riscaldato solo da due mansueti animali e dall’Amore di Sua Madre, oltretutto inizialmente inconsapevole, ma anche Figlia (Pensiamo al Paradiso di Dante), se ripensiamo al Magnificat, vigilato dalla tenacia, pazienza e costanza del Padre Putativo, vero Genitore, mai nominato nelle sacre scritture, che mette a repentaglio la proprio vita, per adempiere ad una missione: evitare le insidie e lo sterminio dei piccoli da parte del Tiranno dell’Epoca.
Recentemente è stato assegnato il Premio Nobel per l’Economia a chi ha affrontato il tema della Povertà: Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer.
Lo studio è che il bisogno primario non è la tecnologia, il telefonino di ultima generazione, ma un’adeguata alimentazione. Il resto viene dopo. Facciamoci caso un lavoro sulla Povertà ha portato Ricchezza ! Evangelicamente la povertà è rinuncia ai beni del mondo e San Francesco era Ricco, ma ha preferito la scarsezza delle cose necessarie al vivere ed è diventato Santo, arricchendosi di beni spirituali che soddisfano il vivere, come bontà, donarsi, amare gli animali ed il Creato, fare del bene, ovvero la dimensione più nobile ed elevata di ogni essere umano…
…Natale è… Questo: Vieni , Bambinello, Ti stiamo aspettando.
Facci tornare al Principio, insegnandoci a camminare secondo lo Spirito e sarà un BUON NATALE.
AUGURI a Tutti.
Piero Privitera