Vediamo un po’ … (12)

Esattamente un anno addietro iniziavamo questa rubrica che tanto interesse suscita tra i nostri affettuosi  lettori, tanto che alcuni di loro passando, in Via Carlo Ardizzoni a Catania e notando una targa apposta accanto un edificio si chiedevano cosa potesse significare la didascalia impressa ed esattamente:  “Ex Venerabile Casa Delle Malmaritate – Ruota dei Projetti– XVII-XX Sec.” – occorre precisare che in effetti, laddove stiamo parlando ed anche in altri siti di notevole interesse, il Club Service Rotary ed altri, molto opportunamente hanno indicato luoghi e siti che ne meritavano la  menzione.

A questo proposito  VEDIAMO UN PO’ di poterli accontentare.

Si  trattava della  “CASA  DELLE DONNE  RITIRATE”-ma prima occorre che immaginino i nostri lettori di come si potesse vivere nella nostra città dopo i  due violenti  terremoti, nella  fattispecie dopo quello catastrofico del  1693.  Paura di epidemie, carestia negli approvvigionamenti alimentari, azioni  poco lecite e delittuose, sciacallaggi ed ogni altra sorta di incombenti pericoli per la popolazione che per fortuna era sopravvissuta. Di tutto questo, chiaro che ne soffriva la gente più vulnerabile, ovvero donne e minori, continuamente esposte a ciò che abbiamo indicato.

Famiglie nobili, agiate, possidenti, Diocesi, Professionisti e Cittadini di Buona Volontà, cominciano ad interrogarsi su cosa fosse possibile inventare per rimediare a tali situazioni venutesi  a  creare  in maniera così improvvida. Buttano giù l’idea di ricoverare tali persone, la gran parte rimaste davvero sole, abbandonate  per scelta, necessità o altro. Cominciano a nascere, tra una raccolta di denari e di idee, i primi Stabilimenti Assistenziali o di Beneficienza, identificati anche come “Conservatori della Virtù” edificati o recuperati,  perchè  preesistenti come chiese, conventi e sedi religiose, dopo il terremoto del 1693, tutti a tutela delle donne in modo particolare;  il sito di cui stiamo descrivendo era riservato alle donne PERICOLATE (come  l’antico Santo Bambino, il Reclusorio del Lume, il Buon Pastore, l’Immacolata Concezione) che  si  manteneva  e  viveva  di  questue  e piccole   elemosine liberamente offerte.

Dunque molto più miseramente rispetto ad altri Stabilimenti, meglio indicati come Conservatori-Assistenziali, ovvero quelli  che proteggevano le PERICOLANTI (Conservatorio della Purità, Conservatorio della Provvidenza-Santa Maddalena-oggi  Istituto  Vincenziano Pio IX, Verginelle alla Badia, Verginelle di S.Agata e Conservatorio delle Projette settenarie-bambine abbandonate- di Via  Ventimiglia, dove due ragazze per sfuggire alla reclusione si uccisero gettandosi nel pozzo dentro l’Istituto). Qui si andava avanti con lasciti e donazioni delle famiglie benestanti ed agiate, ma anche col lavoro delle recluse che venivano educate alla tessitura, o per farne buone mogli o in estrema ratio serve per la nuova borghesia.

Riprendendo, dunque, la Venerabile Casa delle Malmaritate – Ritirate o Pericolate sin dal 1828 divenne anche sede della RUOTA dei Projetti che era un ingegnoso sistema provvisto di asse ruotante su se stesso, in legno, che da una parte dava al pubblico e girandolo, dava all’interno dello Stabilimento. Bastava bussare, deporre il neonato o la neonata sul ripiano e… dall’interno girando l’asse si recuperavano gli abbandonati.

Tra il 1840 ed il  1860 vennero depositati  ben oltre  diecimila (!!) bambini abbando-nati. Non per nulla l’edificio si interseca con Via Casa della Nutrizione, toponimo che ricorda l’Istituto di Beneficienza ivi esistente e da tempo ormai scomparso. In altri termini, antesignano dell’odierno Ban-co Alimentare e del consimile Banco delle Opere di Carità. Anche queste emerite istituzioni a sostegno della povertà sempre più crescente.

Domanda  pertinente: ma chi erano le donne Pericolate? Si trattava di donne Malmaritate che cercavano rifugio alle sevizie dei mariti, perlopiù  maneschi o ubriaconi, donne che avevano avuto rapporti illeciti, o prostitute pentite e, che tutte venivano quindi recluse. E le Pericolanti ? In gran parte giovinette che quindi in itinere potevano divenire Pericolate, e che quindi venivano ospitate, sin da piccoline, protette ed educate. In parole povere stavano sicuramente meglio, potendo questi Stabilimenti  disporre di congrui lasciti, rette, donazioni e ricavi da tessitura, come meglio indicato. La necessaria Amministrazione qui veniva affidata a notabili cittadini o Prelati Diocesani.

Veniva così occultata la trasgressione, riproducendo in tal  modo l’ordine sociale, sia  negli indicati Conservatori che nei Reclusori -Stabilimenti come quello descritto. In conclusione questi Benemeriti Istituti sono stati testimoni del passaggio dalla Beneficienza alla Assistenza Pubblica, per effetto della Legge di annessione allo Stato dei beni ecclesiastici (vedi ECA-OMNI ecc.) ed ancora prototipi, nonchè antesignani d’un non meglio ancora attuato  moderno Welfare.                                                                                                                                                    Piero   Privitera

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