L’ambiente ed il futuro dei bambini
Affrontare il problema clima e “fermare le emissioni di anidride carbonica con massima urgenza”. Questo il primo di 5 punti di un Manifesto con le azioni urgenti per il futuro dei bambini. A realizzarlo sono Unicef e Oms, insieme all’autorevole rivista scientifica Lancet. Al secondo punto gli autori invitano a “mettere i bambini e gli adolescenti al centro degli sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile”. Quindi “portare avanti nuove politiche e investimenti in tutti i settori per lavorare per i loro diritti e la loro salute”. Al quarto punto “la proposta di incorporare le voci dei bambini nelle decisioni politiche”. Infine, “inasprire la regolamentazione nazionale per il marketing commerciale dannoso”. Gli esperti, afferma Richard Horton, capo redattore del gruppo Lancet, “chiedono la nascita di una nuova era per la salute dei bambini e degli adolescenti. Ci vorranno coraggio e impegno per realizzare tutto questo. È la prova più grande per la nostra generazione”.
Mense scolastiche, troppe proteine, carne ma pochi legumi
Troppe proteine a pasto, troppa carne, poca spazio a cereali diversi da pasta e riso, dolci: sono solo alcuni degli errori delle mense delle scuole italiane secondo l’analisi di Foodinsider.it, Osservatorio fondato da Claudia Paltrinieri, autrice di ‘Mangiare a scuola’ (Franco Angeli). L’ultima classifica dei migliori menù stilata da FoodInsider (che è anche una sorta di ‘Tripadvisor’ dei servizi di refezione) vede al primo posto Cremona, seguita da Trento e Fano. Roma si piazza solo 27/ima e all’ultimo posto c’è Asti.
Fano è prima nella top ten del pasto sostenibile (a basso impatto ambientale), seguito da Cremona e Bergamo, spiega Paltrinieri all’ANSA. Il menù è spesso ricco di errori: gli abbinamenti sbagliati nel piatto (come legumi e carne), la frutta data solo a fine pasto quando il bambino, sazio, difficilmente la mangia; e ancora, farine non integrali, pesce impanato (la panatura abbassa la qualità del prodotto, il bastoncino è cibo industriale e contiene spesso pesce ricomposto). Il corollario di tanti errori, spiega, sono gli sprechi: un terzo del pasto viene buttato, ovvero circa 120 grammi a pasto che moltiplicati per 380 milioni di pasti l’anno è una quantità enorme.
“Attraverso la nostra indagine abbiamo mappato la realtà delle mense scolastiche – spiega – e trovato menu completamente squlibrati, con eccessiva proposta di carni e salumi, sovrabbondanza di proteine, pochi cereali integrali, poca varietà di verdure, pochi legumi e biologico. La mensa di qualità privilegia la cucina interna e la competenza dei cuochi – continua – ha uno stretto rapporto con il territorio da cui attinge risorse (promuovendo il biologico locale)”. Il menu di qualità non prevede dolci, soprattutto le monoporzioni (ad es. i budini), fonte di zuccheri e di plastica, conclude; il menù vincente offre la frutta a merenda, un alimento più sano che consente al bambino di arrivare al momento del pasto con appetito, riducendo così gli avanzi di cibo in mensa.