Vediamo un po’ … (aprile)

CORONAVIRUS e UBUNTU

Nel mese di Ottobre 2018 pubblicammo qualcosa dal titolo: “UBUNTU, ovvero SOLIDARIETA’”, con il sottotitolo di  “I am because we are”, il tutto a corredo della mostra che si tenne dal 15 al 28 ottobre di quell’anno in Milano e che ha ospitato 150 poster per la Solida-rietà -provenienti da tutto il mondo- progettati da designer, studenti e bambini (50 ognuno), aventi per tema: “Ubuntu – da tutti e per tutti”.(C’è la recondita speranza di ospitare tale mostra in Settembre, a Catania, Palazzo Manganelli-Corona virus permettendo – ndr).

UBUNTU, il cui suono e significato, è il caso di rammentare, emanano gesti e cenni di natura esotica, è un termine sudafricano delle locali popolazioni BUNTU, ed era sempre menzionato da Nelson Mandela, allorquando teneva a precisare il significato di Pace e Fratellanza. Il termine, nella sua singolare accezione, sta  per “Umanità verso gli altri, Rispetto, Dialogo, Tolleranza, Condivisione, Benevolenza, Solidarietà e nessuna discriminazione”.

L’implicita tematica viene evidenziata dal concetto “Io sono perché Noi siamo” e ci riporta ai nostri giorni, ai momenti di incertezza, panico, stratificati ormai da alcuni mesi, per via della pandemia generata dal Corona Virus o Covid 19 che dir si voglia. E si scoprono dunque le necessità di necessari interventi a sostegno della umana esistenza, della traballante economia, della paurosa incertezza del domani. 

Tali denunce provengono da chi soffre, dagli operatori sanitari che a costo della loro Vita, vivono quasi segregati e reclusi nei reparti di Terapia intensiva, a volte crollando dalla stanchezza e vinti dal sonno, per assistere tutti coloro che ne sono stati contagiati …e molti ci rimettono la pelle, vedi Sacerdoti, Medici, Infermieri, Farmacisti, Operatori del 118, VV.FF. ed altri.

Le soluzioni sanitarie, economiche e di sopravvivenza ci impongono grandi gesti di Ubuntu, di Solidarietà viva, pregna di slanci e nuova sensibilità per affrancare le sofferenze fisiche, psichiche di intere popolazioni. Adesso le future prospettive ci segnalano radicali mutamenti nei nostri prossimi comportamenti, civili, sociali, ma sempre sostenuti da umanitaria attenzione.

E’ un viatico che ci hanno insegnato in precedenza popolazioni che hanno convissuto con la sofferenza, per fame, paura, oppressione, invasioni, schiavitù e che gli ha causato stermini, privazioni della libertà e crescita sociale, mancato sviluppo economico, ma che hanno avuto altrettanto coraggio e la forza necessaria di trasmettere tutto il valore infinito ed eterno della Solidarietà, ovvero Ubuntu.

Cambierà il modo di intendere i Veri Valori, indifferibili ed eterni, della Famiglia, dell’Amicizia ed il Rispetto per il simile, ci accorgeremo di come tante cose erano e rimangono effimere, prive di sentimento  nobile, non necessari e non solidali. E’ un risveglio quello che ci attende, seppur ancora sonnolenti o in stato comatoso, ma vigile, sostenuto da tanto amore, con dedizione e predisposizione alla Cura, chiave geniale che sorprende sempre …e qualcosa comincia a muoversi in tal senso, Enti, Organizzazioni no-profit, Volontariato, Oratori, Terzo Settore…

Riflettiamoci se ancora ci manca al giorno d’oggi questo intervento sociale, forse l’unica terapia per lo stato di malessere odierno.

C’è un grande prato verde…dove nascono Speranze…che si chiamano Ragazzi…questo è il grande prato dell’Amore… era lo straordinario inizio di un brano di successo di alcuni anni addietro. In  riferimento alla attuale situazione, dovuta alla pandemia del Corona Virus, è d’obbligo dichiararlo, per ciò che riguarda l’emergenza del bisogno di Solidarietà ovvero Ubuntu. Tristi giorni attanagliano intere fasce di popolazione per la perdita del lavoro, del necessario reddito guadagnato per la sopravvivenza, incertezza del domani sereno, perdita dei familiari dovuta a cotesta grave patologia, dolore di  parecchie persone per  non avere potuto dare l’ultimo saluto ai propri cari. Quanta sofferenza patita e manifestata.

E poiché grazie al web ed ai social le notizie e le comunicazioni volano, ho deciso di ragguagliare i nostri lettori andando a vedere  de visu la situazione odierna al vecchio San Filippo Neri (primo Oratorio Salesiano di Sicilia-ndr). Non mi sbagliavo proprio ed il binomio  “Speranze-Ragazzi”, indicato in premessa è azzeccatissimo. Veniamo al dunque: vado di mattina, ormai convinto che l’opera di distribuzione delle derrate alimentari alle famiglie bisognose avvenga solo nelle ore pomeridiane; nulla di tutto ciò; già intravvedo persone disciplinatamente in fila, davanti la Chiesa. Provo ad entrare e vengo accolto sull’uscio dal Cristo che… ti accoglie a braccia aperte, seppure con gli arti inchiodati in Croce… Il silenzio e la disciplina che trovo mi lascia sgomento. Non provo ad intervistare nessuno che forse è meglio. Preferisco osservare e sentire i bisbigli di tanti giovani, del Servizio Civile (non soltanto, anche Sociale), Animatori, Educatori, e di Gente che s’è formata con gli insegnamenti di San Giovanni Bosco, freneticamente al lavoro.

Chi sono? …“Soltanto Onesti Cittadini e Buoni Cristiani?  Ben oltre!  Qui si tratta di autentici Fuoriclasse in tema di emergenza! Il loro sorriso, con  il compiacimento delle persone in fila, insieme all’accoglienza, la fanno da padroni. Piccoli rumori si avvertono. Chi scarta, chi impacchetta, chi avvolge, chi sistema, chi consegna. E’ un turbinio felice il loro  operare giornaliero, quotidiano e non solo di pome–riggio, anche nelle mattinate. Senza sosta, nè tregua. La serenità e felicità degli addetti, splendidamente guidati dal Responsabile (non facciamo nomi, tanto lo conoscete), fanno da contraltare con le disperazioni delle persone accorse. Sono gli attori ed Eroi della porta accanto, coloro che portano avanti con orgoglio, il principio: “Più darai e più riceverai…”. Questo il loro unico guadagno.  E mostrano tanto coraggio, inutile altre considerazioni, hanno davvero una marcia in più. Sono altresì riconoscibili per avere attaccato al petto il tesserino della APS “B.Dusmet” (Associazione di Promozione Sociale, regolarmente registrata e regolamentata da Statuto Notarile).

Pronto? Buon giorno ragazzi. Sono… (omissis), ce la farete anche oggi? Vengo a darvi una mano? Ho procurato questo, quest’altro e tanta roba ancora. Vengo a portarveli tra mezz’ora… (una delle tante chiamate auscultate in loco). Per non parlare di Enti ed organizzazioni no-profit che fanno a gara per aiutare, recando derrate e beni di prima necessità. Qualcuna, senza offesa per altri, è il caso di citare: il Trio delle meraviglie di CorriCatania -insieme allo staff (Elena, Carmelo e Giovanni), La Pizzeria (meriterebbe un 10+ per il gesto) che stasera porterà tanta roba da forno, il Centro alla Vita con alimenti per piccoli, neonati e derrate per le famiglie, la Croce Rossa  con i volontari che scaricano merce, Amici e conoscenti  che in silenzio posano buste con spesa per famiglie… e cassette di pesce in donazione, da fresco pescato. Dulcis in fundo la convenzione-accordo con la contigua attività, alle spalle della struttura, che decidendo di convertire la propria artigianale tipica lavorazione, s’è messa in moto per la produzione di mascherine chirurgiche, autorizzata,tra l’altro, in TNT, al modico prezzo di 2 euro ciascuna, aggiungendo, come la ciliegina sulla torta, che metà del ricavato andrà all’Oratorio San Filippo Neri, per l’acquisto di altre derrate da potere  distribuire, mentre l’Oratorio, in cambio, s’impegna e dà una mano con i propri giovani volontari, per sostenere lo sforzo… Miracolo di un’idea! Tant’è che diversi mi hanno telefonato per avere notizie in merito, onde poterle acquistare, in maniera da contribuire alla solidale iniziativa. Detto e  già Fatto !

Sono soltanto alcuni esempi, per cui Vi lasciamo immaginare, se vorreste provare a moltiplicare per tutti questi giorni, trascorsi ed ancora a venire, la mole di lavoro sviluppata e la Carità donata : “Li abbiamo riconosciuti allo Spezzar del Pan…ico, delle incertezze giornaliere e della paura di non farcela di tanti bisognosi, come tanti novelli CRISTI.                                                                                                                                                                                                                                         

Piero  Privitera

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