Informazione sanitaria

Mascherine per i bambini, i consigli dei pediatri

Le mascherine per i bambini al di sopra dei 6 anni che hanno l’obbligo della frequenza della scuola primaria, sono diventate obbligatorie con il Dpcm del 26 aprile. I pediatri lanciano le raccomandazioni per un utilizzo adeguato, sottolineando che “lo Stato ha il dovere di indicare gli interventi da adottare per assicurare il massimo della protezione”. Gli specialisti della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) chiariscono che non devono indossare la mascherina i bambini affetti da patologie neurologiche o respiratorie e nemmeno chi ha difficoltà a toglierle da solo. I piccoli affetti da malattie croniche che hanno bisogno di una protezione maggiore dovrebbero utilizzare le Ffp2. “Eccetto queste condizioni tutti i bambini dovrebbero indossare la mascherina in ogni situazione in cui si possano trovare a meno di un metro di distanza da coetanei o adulti che non appartengono al nucleo famigliare”, spiega Michele Fiore, pediatra di famiglia della Sipps. E aggiunge: “Se il bambino passeggia, va in bicicletta o gioca all’aperto da solo o con un adulto convivente e non c’è il rischio di incontrare a distanza ravvicinata altre persone non è necessario che la indossi. Invece, la mascherina diventa necessaria se si va al supermercato o si usano mezzi pubblici, o in qualunque luogo dove si debba aspettare insieme ad altri ed in tutti i luoghi chiusi dove le distanze non possono essere mantenute e quindi chiaramente anche nell’ambiente scolastico”. I pediatri ricordano che in genere i bimbi superano l’infezione da Covid-19 prevalentemente in modo asintomatico o lieve, sebbene siano stati riportati casi di bambini che hanno sviluppato la malattia in modo grave. Il possibile ruolo di portatore sano li rende un potenziale mezzo di contagio per la loro alta socialità, rischio che sarà ancora maggiore con l’inizio della scuola nel prossimo settembre. “È importante insegnare ai bambini in che modo devono utilizzare la mascherina, lavandosi sempre le mani prima di indossarla e senza toccarla anche quando la devono togliere”, indica il Presidente Sipps Giuseppe Di Mauro. “Deve essere come un “gioco” che li aiuta a non ammalarsi.

Vaccino USA-Germania, test su uomo e milioni di dosi nel 2020

La multinazionale Pfizer e la tedesca BioNTech hanno annunciato di aver somministrato, negli Stati Uniti, la prima dose ai partecipanti allo studio per il vaccino BNT162 per prevenire il COVID-19. L’ampiezza di questo programma, annunciano, “dovrebbe consentire la produzione di milioni di dosi di vaccino nel 2020, aumentando a centinaia di milioni nel 2021”. Un programma di sviluppo globale e la somministrazione del vaccino al primo campione in Germania è stata completata la scorsa settimana. I siti di proprietà di Pfizer in tre stati degli Stati Uniti (Massachusetts, Michigan e Missouri) e Puurs, in Belgio, sono stati identificati come centri produttivi per il vaccino contro il COVID-19, con ulteriori siti da selezionare. Nei suoi siti di produzione in Germania, anche BioNTech prevede di aumentare la sua capacità produttiva per assicurare la fornitura globale del potenziale vaccino. BioNTech e Pfizer, annunciano in una nota, “lavoreranno congiuntamente per commercializzare il vaccino in tutto il mondo previa approvazione regolatoria”. Nei test del vaccino avviati in Usa, i primi a farsi iniettare sono stati cinque volontari all’università del Maryland e al centro medico Grossman della università di New York. I ricercatori utilizzeranno sui volontari ben 4 diverse versioni del potenziale vaccino: 4 su ogni 5 partecipanti riceveranno una diversa tipologia dell’immunizzazione e solo 1 un placebo. Inizialmente le sperimentazioni sono su un campione di popolazione tra i 18 ed i 55 anni e successivamente includeranno anziani sino agli 85 anni. La speranza della Pfizer è di avere una immunizzazione “per l’autunno”.

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