Terapia alternativa al mal di schiena
Scoperta l’efficacia di un anticorpo (monoclonale), il tanezumab, contro il mal di schiena in un maxi-studio mondiale condotto in 191 paesi su pazienti difficili, che non hanno tratto sollievo da altri farmaci come oppiodi e antinfiammatori non steroidei (FANS). È il risultato reso noto sulla rivista Pain, frutto della ricerca condotta da John Markman, della University of Rochester Medical Center (URMC). Il mal di schiena è la prima causa di disabilità nel mondo. Per molti pazienti si traduce in un calvario perché i farmaci non sono sempre efficaci, inoltre possono avere effetti collaterali e anche dare dipendenza come nel caso degli oppiodi.
Una terapia alternativa è pertanto agognata da comunità scientifica e pazienti. Il questo studio si è dimostrata l’efficacia del tanezumab (una somministrazione ogni due mesi) contro il mal di schiena: gli esperti pensano che il farmaco sortisca i suoi effetti riducendo il fattore di crescita NGF circolante nel sangue del paziente. “In futuro, i clinici potranno pesare i rischi di differenti approcci alla cura del mal di schiena, scegliendo tra chirurgia, oppiodi o FANS”, e avendo come ulteriore alternativa anche l’anticorpo”, afferma Markman.
Meno sedentarietà contro i tumori
Ecco un motivo ‘killer’ per lottare contro la sedentarietà: stare troppo seduti aumenta il tuo rischio di cancro, mentre sostituire 30 minuti di sedentarietà con attività di livello da lieve a moderato (per esempio passeggiare normalmente e con passo rapido rispettivamente, o fare acqua gym, giardinaggio etc) riduce il rischio di morte per tumori dall’8% al 31%. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Jama Oncology e condotto da Susan Gilchrist, del Anderson Cancer Center presso la University of Texas. “Si tratta del primo studio che mostra in via definitiva una forte associazione tra sedentarietà e mortalità per tumore”, afferma Susan Gilchrist. Lo studio ha coinvolto qualcosa come 8.000 individui sani il cui livello giornaliero di attività fisica è stato tracciato in maniera obbiettiva con un accelerometro, per sette giorni consecutivi in periodo di tempo esteso tra 2009 e 2013. Dopo un monitoraggio di 5 anni, i ricercatori hanno calcolato che i più sedentari hanno un rischio di morire per un tumore dell’82% maggiore rispetto ai meno sedentari, anche una volta considerati fattori che possono influire come l’età, il sesso e lo stato di salute generale. “Incorporare 30 minuti di movimento nella tua quotidianità può aiutare a ridurre il tuo rischio di morire per tumore”, dichiara Gilchrist sulla CNN Health online. “Il nostro prossimo passo – conclude – sarà indagare come la sedentarietà influisca sull’incidenza (ovvero sulla frequenza con cui colpiscono) di differenti tumori e se sesso ed etnia fanno la differenza”.