“Cummattemu” è il nesso logico
- Passante Ferroviario – Riceviamo recentemente una mail da parte dell’Unione ex Allievi “Periferie Vive onlus” della Salette – San Cristoforo – Catania che ringraziamo per il gentile gesto. Meritoria e chiara la testimonianza del valore sociale e della promozione umana con cui l’affiatato gruppo dirigente manifesta l’obbligo di una necessaria dignità nei confronti della Città Storica Minore, combattendone peraltro l’abbandono ed il disinteresse. Vi vogliamo riproporre il testo dell’Appello, inviato al Sig. Sindaco di Catania, alla Giunta Comunale e per conoscenza alle Agenzie di informazione e stampa, che testualmente recita: “Nell’apprendere che nel piano per la realizzazione del Passante Ferroviario da parte di FRI, si prospetta la soppressione della prevista Stazione San Cristoforo nell’omonimo quartiere, pubblicamente esprime, a tal proposito, la preoccupazione che possa prevalere il disinteresse per la possibile rigenerazione urbana del quartiere. Un’occasione che se non venisse utilizzata accentuerebbe l’emarginazione, annullando così le ricadute positive ambientali, sociali, economiche e culturali che tale opera, riproposta nel progetto preliminare PORTO 3, deliberato il 10 maggio 2018 dall’attuale Giunta Comunale, prevedente la realizzazione della fermata San Cristoforo … a meno che non venga ritenuto nullo il valore della promozione sociale delle periferie condannate al degrado ed al disagio sociale.”
- METROPOLITANA – Il dialetto che combatte è il nesso logico … “Cummattemu” è un termine dialettale che evidenzia passione, cuore, ingegno e impegno, esaltandone virtù guerriere di chi lo pronuncia, sebbene le limitate diffusioni quasi ne negano l’importanza ed a volte la necessità di ricorrere a questa fonte di cultura nostra, essenziale presupposto di un popolo che ha sempre saputo affrontare, nelle radici del tempo, invasioni e domini di arabi, normanni, ispano-punici, latini, greci, sempre mantenendone il vernacolo locale!
Si risvegliano motivi di curiosità da un colloquio che inavvertitamente percepiamo in Via Del Plebiscito, tra due vecchi conoscenti: “Giorgio! Ma sei Tu? Come stai vecchio mio?”… “A cca semu Pippo!….”Cummattemu”… no viri?…omissis- Eccola! Concisa, eloquente e ricca di orgoglio e sentimento la risposta che denota il carattere e la capacità reattiva del catanese, di non arrendersi davanti alle difficoltà, avversioni e imprevisti che offre la Vita, quotidianamente. ”Cummattemu”, potrebbe ricondurci ai tempi dell’Opera dei Pupi mirabilmente descritta da Nino Martoglio nel “Cummattimento di Orlando e Rinaldo….”
Nei quartieri popolari e periferici ancora oggi è largamente condiviso il termine, tra le tipiche espressioni che ne arricchiscono il significato e ne rafforzano la sostanza, garantendone l’identità etnica e comunitaria. Il sopra citato dialogo avveniva all’angolo tra le Vie Lago di Nicito e Castromarino, laddove il COVID 19, inducendo un ritorno all’essenziale, mostra quanto ci sia di bisogno di questi termini da inserire nella dialettica sociale e non ci ha fatto dimenticare il dramma di intere famiglie, sfrattate per pericolo di crollo di un intero fabbricato. Problemi di agibilità, abitabilità, incolumità, sfortuna, sortilegio, incuria, leggerezza?
Ma chi di necessità abitativa ne ha fatto virtù, non può essere colpevolizzato. Non è una opzione il diritto-dovere abitativo. E così diversi nuclei familiari “cummattunu” e non possono tacere ciò che stava succedendosotto …ovvero i lavori di sbancamentolavico per il nuovo tracciato sotterraneo dove passerebbe la METROPOLITANA, sino ad arrivare all’Aeroporto, facendo rinascere la città alla stregua delle Grandi Metropolitane Europee.
E allora? Bel tracciato, grande idea la cucitura dei quartieri nati al di là delle Mura di Carlo V°, con la Città Storica …e per chi si occupa di Politica, cito l’Appello iniziale, avvertendo però che non può sfuggirci il silenzio attuale sulle condizioni dell’avanzamento dei lavori. Troppo silenzio c’è adesso, anche da parte dei nostri amministratori.
Già succede che si vorrebbe eliminare la Stazione San Cristoforo del Passante Ferroviario adesso che fa, vogliamo pure eliminare le fermate di Antico Corso e Cappuccini, sicchè ne soffrirebbero interi quartieri periferici, pagandone il conto più salato? Ordunque… come dire : ”Finita la festa, Gabbato lo Santo?”. E tutti coloro che preannunciavano negli slogan elettorali.. ”riporteremo le periferie al centro” …adesso se ne stanno zitti? Nulla da obiettare, contestare se tutto ciò risultasse a verità? Eh no! Non ci siamo, occorre combattere e gli impegni assunti vanno onorati perché le inquietudini prodotte, si sa che, storicamente, costituiscono spinte rivoluzionarie con proteste, cortei e sit-in, come già è avvenuto per i quartieri di Pescheria, Zurria e Castello Ursino, all’inizio dell’indicato Progetto Passante Ferroviario.
Dunque neanche adesso possiamo starcene zitti o “ muti e pipa!”, in quanto se mancano i riferimenti, d’identità comunitaria, necessari in una dialettica politica, aumentano le sociali divisioni, le lacerazioni del tessuto urbano, divenendo la polis sbattuta come canna al vento.
Riprendiamo in mano il governo dei giorni nostri, consapevoli del fatto… che ancora possiamo porre rimedio al mis…fatto. Non molliamo, “Cummattemu”, tiriamo fuori e issiamo la bandiera…come fece una volta “Peppa la Cannoniera”!
Piero Privitera