Un cammino di riflessione sociologica e politica per una azione priorita-riamente orientata alla ricerca del bene comune. E’ stato questo l’intento attorno al quale si è svolto il ciclo di quattro incontri promosso dall’Unione Exallievi “Don Bosco” presso l’Oratorio Salesiano Salette di Catania. Un corso di formazione politica che ha permesso di riflettere sull’importanza di dover instaurare un rinnovato approccio con il sociale e di partecipare in maniera responsabile al vivere civile.
Ad aprire il ciclo di incontri è stato mons. Gaetano Zito, Vicario Episcopale per la Cultura e Preside Studio Teologico S. Paolo di Catania, il quale si è soffermato sul ruolo avuto, negli anni, dalla dottrina sociale della Chiesa. Dopo un excursus storico, dalla rivoluzione industriale al primo impegno socio-caritativo, passando per il non expedit, le accuse marxiste per poi approdare alla Rerum Novarum di Leone XIII e alla DC, mons. Zito ha evidenziato i punti principali della dottrina cristiana: l’uomo, il lavoro e lo Stato.“L’uomo -ha commentato- in quanto creatura di Dio, è dotato di dignità spirituale e soprannaturale ed è centro dell’or-dine economico, sociale, politico, insieme alla sua famiglia; il lavoro in quanto vera vocazione e mezzo per sviluppare la persona umana, esecu-zione della volontà di Dio, deve essere tutelato dalle leggi, giustamente retribuito, diritto di tutti; lo Stato deve essere una società organizzata per il bene comune, dove il popolo elegge chi lo governa, e dove si ri-spettano le libertà dei cittadini e si promuove il loro benessere con giuste leggi”. In questo senso i partiti politici hanno il compito di favori-re la partecipazione alla vita comunitaria orientandola al bene comune.
Un concetto ribadito nel secondo incontro, nel quale la prof. Arianna Rotondo, docente della Facoltà di Lettere etnea, ha sottolineato come anche nel Gaudium et Spes si parla dell’uomo come autore, centro fine di tutta la vita economico-sociale. L’azione dell’uomo pertanto, deve es-sere concreta e non può permettersi di cadere nell’utopia. Inoltre, se non è ispirata su principi universali, corre il rischio di lasciare troppo po-tere ai singoli (liberismo) o alla collettività (comunismo). Nel Gaudium et Spes, la chiave dello sviluppo economico è individuata nel dialogo tra le parti, e il compito del politico è quello di “soffrire” per cercare costantemente e incessantemente il bene comune.
Il prof. Agatino Cariola, docente nella Facoltà di Giurisprudenza ha svi-luppato il tema “La Costituzione italiana: il significato della sussidia-rietà”. Dopo aver ricordato don Luigi Sturzo e l’esperienza autonomi-stica sia nei principi che nella concreta amministrazione dei Comuni nonché la formulazione esplicita che Pio XI, nella Quadragesimo Anno, fa della sussidiarietà, Cariola ha illustrato come questa esalti il valore dei “corpi intermedi” (famiglie, associazioni, confessioni religiose strut-turate, etc.). Ha, poi, richiamato le norme della Costituzione Italiana, della legislazione europea e del nuovo assetto organizzativo dello Stato secondo le quali se questi sono in grado di svolgere funzioni sociali (istruzione, educazione, assistenza sanitaria, servizi sociali, informa-zione), lo Stato deve, coerentemente, sostenerli. Cosa che, purtroppo, non sempre e non adeguatamente, avviene.
Nell’incontro conclusivo, il 27 giugno, Alfredo Petralia, conduttore del-la serata, ha invitato Orazio D’Antoni e Nunzio Rapisarda a sviluppare il tema “La partecipazione diretta nella vita pubblica: esperienze” attra-verso 3 precise domande: a) le motivazioni e le circostanze che li ave-vano portati in politica; b) durante l’esercizio della loro attività pubbli-ca come avevano coniugato le istanze individuali ricevute con il perse-guimento del bene comune; c) il loro giudizio sui partiti politici di oggi e prospettive per il futuro. I tanti spunti emersi dalle risposte fornite hanno, poi, dato luogo ad un interessante e partecipato dibattito
Flavio Calcagno