VI puntata
I ^ – premessa ( ad Gentes n. 3 – marzo 2012 )
II^ – Rerum Novarum ( ad Gentes n. 4 – aprile 2012 )
III^ – Quadragesimo Anno ( ad Gentes n. 5 – maggio 2012 )
IV^ – Mit brennender Sorge e Divini Redemptoris ( ad Gentes n. 7/8 – luglio/agosto 2012 )
V^ – Fulgens Radiatur ( ad Gentes n. 9 – settembre 2012 )
Mater et Magistra è l’enciclica sociale promulgata il 15 maggio 1961 con la quale papa Giovanni XXIII ha ripreso ed ampliato il tradizionale insegnamento della Chiesa cattolica in ordine ai problemi sociali.
Il Santo Padre con questo documento -che tanto impulso diede all’attività dei cattolici- sviluppa le tesi già esposte nella Rerum Novarum di papa Leone XIII, nella Quadragesimo Anno di papa Pio XI, in relazione anche ai problemi più attuali del periodo.
Così la Mater et Magistra riafferma il valore della persona e della libertà economica, ma insieme alla perfetta liceità della tendenza alla socializzazione, purché attuata nel rispetto dei diritti della persona ed affronta i problemi agricoli e quelli legati alla decolonizzazione ed agli aiuti rivolti ai Paesi sottosviluppati all’insegna del solidarismo internazionale.
Introduzione della Mater et Magistra: 1. Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza. A questa Chiesa, colonna e fondamento di verità, (Cf. 1 Tm 3,15) il suo santissimo Fondatore ha affidato un duplice compito: di generare figli, di educarli e reggerli, guidando con materna provvidenza la vita dei singoli come dei popoli, la cui grande dignità essa sempre ebbe nel massimo rispetto e tutelò con sollecitudine. Il cristianesimo infatti è congiungimento della terra con il cielo, in quanto prende l’uomo nella sua concretezza, spirito e materia, intelletto e volontà, e lo invita ad elevare la mente dalle mutevoli condizioni della vita terrestre verso le altezze della vita eterna, che sarà consumazione interminabile di felicità e di pace.