in questi ultimi anni, la crisi ha cambiato profondamente gli animi delle persone. Tra familiari, colleghi ed amici, emerge un comune sentimento di rabbia, di paura e, talvolta, di ras-segnazione. La rabbia per aver perso il lavoro e non poter accontentare i desideri dei propri fi-gli. La rabbia dei giovani che quel lavoro non l’hanno mai avuto o che sono costretti ad emigrare altrove. La paura che le cose non possano cambiare. La rassegnazione di chi ha smesso di parte-cipare, perché “tanto non servirebbe a nulla”.
Tutti questi sentimenti sono oggi profondamente radicati in ognuno di noi. La parola “an-tipolitica” è nelle bocche di tutti. Al bar, a scuola, per strada, è diffuso quel pensiero univer-sale che “tutti i politici debbano andare a casa”; quella rabbia verso la “casta” che, in beffa alla disperazione di molte famiglie, continua a “girare con macchinoni e a fregarsene dei problemi della gente”. Ebbene, io il “macchinone” non ce l’ho, vado in giro in motorino, ma sono comunque un politico; e la politica, oggi, è chiamata a farsi un esame di coscienza, a capire do-ve ha sbagliato e ad assumersi le proprie responsabilità. Che sono anche le responsabilità più grandi.
Per uscire da questo momento buio, però, occorre andare anche oltre. Occorre ragionare con intelligenza e concretezza. Occorre domandarsi: “Come possiamo cambiare le cose e costruire una Sicilia migliore?”
Da praticante cattolico e padre di due figli piccoli, la risposta non posso che trovarla tra gli affetti. Per loro vorrei una vita quanto più serena e soddisfacente possibile: una buona scuola, una città sicura, una sanità efficiente, aria pulita, palestre in cui potersi allenare e aree attrezzate in cui poter giocare con gli amici. Vorrei, insomma, un sistema che funziona, che renda la comunità serena, perché solo così possono nascere opportunità per il futuro.
Ciò premesso, il mio impegno non potrà essere che orientato a questo, a far sì che la Sicilia si trasformi in un sistema efficiente, in grado di attrarre investimenti ed idee innovative.
Per farlo, però, c’è bisogno di voi. C’è bisogno di speranza e fiducia nel futuro. L’esperienza ci insegna che dietro ogni crisi si nasconde sempre un’opportunità, uno stimolo a risollevarsi e a ripartire più forti di prima. E noi Siciliani siamo in grado di fare grandi cose.
In questa rivoluzione, tutti abbiamo un ruolo. Il mio è quello di svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile. Il vostro è quello di andare a votare. C’è bisogno di voti consapevoli. Quelli che permettono alla politica con a cuore la Sicilia di sostituirsi a quella parte marcia che, se pur non l’unica, è stata finora la predominante.
Orazio D’Antoni