Il diritto di crescita e del lavoro dei ragazzi, adolescenti, giovani, esiste ancora ?
Sfruttamento, disagi, speranza negata, lavoro minorile e famiglie disgregate sono state oggetto di denuncia del nostro Osservatorio d’Area Permanente-ODAP una decina d’anni fa, con una indagine definita allarmante. Nell’ultima campagna elettorale per le regionali in Sicilia, qualcuno temeva la retorica, invece è andata …peggio. Prendiamo ad esempio il lavoro, spenti i riflettori, per le tematiche indicate nel titolo, l’indifferenza è totale ! Finita la festa, gabbato, lo Santo. “Troppo anziano – troppo inesperto – troppo giovane – troppo qualificato – troppo tempo intercorso dall’ultimo impiego”. Chiaro che i giovani sono davvero… “troppo” …abbandonati, delusi, sfiduciati, ultimi e poveri. Il diffuso malessere che accompagna la fascia giovanile, la cui curva gaussiana dei bisogni emergenti presenta il primato indiscutibile della domanda di lavoro, ne evidenzia come essi siano le “spie luminose”. Al neo Presidente della Regione ci permettiamo di offrire ciò che è riportato nelle sacre scritture: “Un Re che giudica i poveri con equità, rende saldo il suo trono per sempre”. (Prov.29,14). Oggi, una visione globale delle politiche familiari, non può più prescindere da interventi concreti, che assicurino un minimo di reddito, a sostegno dell’istituto familiare, quale fonte di equilibrio e principio di ammortizzatore sociale, di ciò che viene garantito a livello sociale (la sfiducia a più livelli) e la sostenibilità che si promette ai giovani (parole e soltanto parole). L’innata fiducia nella speranza dei giovani, ed il loro senso di appartenenza alla comunità circostante, ci obbligano ad una riflessione: essi sono il nostro futuro, ma soprattutto, oggi, l’esistente. E allora? Cominciamo col darci una mossa. Tutti. Perché una Comunità che non riesce a comunicare i propri bisogni, inaridisce. A maggior ragione quella del nostro Centro Storico, vieppiù degradato. Il ripensamento del carente sistema di protezione sociale, rinnova la nostra mission, mentre le auspicate inclusioni socio-lavorative, a sostegno della dignità della risorsa-persona, come bene comune e unico, sono le giuste risposte alle aspettative giovanili, che, attraverso le percezioni colte all’interno della rete dei nostri centro-ascolto, emergono. Nasce così un’altra offerta-proposta, stavolta rivolta ai nostri neo-deputati: “Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo potere il farlo!” (Prov.3,27) Persino gli economisti ammoniscono: “Tutto ciò che avviene nel capitale umano, è scritto nei primi anni di vita dell’uomo, nella gioventù”. Se non li aiutiamo oggi, avremo in futuro una marcia in meno. Fra non molto sarà ancora Natale ed il prossimo Avvento mi rimanda ad un’altra riflessione-proposta. “Che attendi, Signore ? ”, come gridava profeticamente Padre David Maria Turoldo, aiutandoci a descrivere l’indicibile d’ogni giorno. Che attendi, Signore? Che finisca l’Avvento per potere rinascere? E non potresti farlo prima, almeno da noi ? Non puoi venire ogni giorno ? Che attendi, allora, a riprendere in mano tua, Signore, il governo dei nostri giorni ? Piero Privitera |