a cura di Franco La Magna
E se vivessimo tutti insieme? (2012) di Stéphane Robelin
Commedia gerontofila senza strepiti o lamenti, per quanto l’intraprendente quintetto di ultrasettantenni (due donne e tre uomini che decide di convivere in una grande casa con giardino) non abbiano granché da gioire: alzehimer incipiente, cancro, tradimenti… Vecchiaia trattata con lievità, amicizia che neanche l’infedeltà delle due donne riesce a scalfire, una morte “allegra”. Insomma un senior-movie che abbatte (come altri analoghi esempi) certi radicati stereotipi sulla terza età, come quello della sessualità (qui si fa ancora l’amore e un vecchio puttaniere-seduttore settantacinquenne frequenta giovani prostitute). Alla fine, però, un malinconico senso di vuoto prevale su tutto. In controcanto un giovane ricercatore assunto per portare a spasso il cane, poi “ricompensato”, dopo tanta amorevole abnegazione, dalle grazie generose d’una splendida adolescente. Team attoriale in perfetto amalgama.
Interpreti: Guy Bedos – Daniel Brühl – Geraldine Chaplin – Jane Fonda – Claude Rich – Pierre Richard – Bernard Malaka – Camino Texeira – Gwendoline Hamon – Shemss Audat – Gustave de Kervern – Laurent Klug – Lionel Nakache – Stéphanie Pasterkamp – Philippe Chaine
Buon anno Sarajevo (2012) di Aida Begic
Macchina a mano, lunghi piani sequenza, pedinamenti alla Gus Van Sant (che, per sua stessa ammissione, molto deve ai giochi elettronici), ma altresì alla fratelli Dardenne; toni grigi, brumosi. C’è molto cinema anni ’90 in “Buon anno Sarajevo”, opera acerba, dura, disturbante, della regista bosniaca Aida Begic che, con tratto essenziale e sceneggiatura ridotta all’osso, racconta il disagio esistenziale ed economico della generazione post-bellica in quella martoriata regione d’Europa (anche con rapidi flash su privilegi di “casta” e corruzione politica), eleggendo a figure paradigmatiche la giovane Rahima e il fratello adolescente Nedim. Orfani dei genitori, uccisi durante il conflitto, i due imboccano strade diverse di sopravvivenza: un onesto e mal retribuito lavoro di cuoca, la prima; un più facile percorso delinquenziale, il secondo. Il rumore d’un aspirapolvere in funzione o gli scoppi d’innocui petardi in prossimità del Capodanno, riconducono continuamente (con l’uso intelligente di ponti sonori e l’inserimento di rapide immagini) agli orrori bellici, impressi come stimmate indelebili nella mente della giovane donna. Ma sarà proprio allo scoccare della mezzanotte – nel buio d’una strada velocemente attraversata da un gruppo di ragazzi in festa e dove ancora una volta l’indomita Rahima scende a cercare il fratello, in procinto di perdersi definitivamente – che il “miracolo” d’un’insperata riconciliazione getterà un tiepido raggio di speranza sull’incerto futuro di una generazione incolpevole, a cui un’assurda guerra fratricida ha negato infanzia e adolescenza.
Interpreti: Marija Pikic – Ismir Gagula – Bojan Navojec – Sanela Pepeljak – Vedran Djekic – Mario Knezovic – Jasna Beri – Nikola Djuricko – Stasa Dukic – Aleksandar Seksan