La dottrina sociale della Chiesa

XI puntata

precedenti puntate:

I ^    –   premessa ( ad Gentes n. 3 – marzo 2012 )

II^   –   Rerum Novarum ( ad Gentes n. 4 – aprile 2012 )

III^  –  Quadragesimo Anno ( ad Gentes n. 5 – maggio 2012 )

IV^  –  Mit brennender Sorge e Divini Redemptoris ( ad Gentes n. 7/8 – luglio/agosto 2012 )

V^  –  Fulgens Radiatur ( ad Gentes n. 9 – settembre 2012 )

VI^  –  Mater et Magistra ( ad Gentes n. 10 – ottobre 2012 )

VII^  –  Pacem in terris ( ad Gentes n. 11 – novembre 2012 )

VIII^  –  Gaudium et Spes ( ad Gentes n. 12 – dicembre 2012 )

IX^  –  Populorum Progessio ( ad Gentes n. 13 – gennaio 2013 )

X^  –  Octogesima Adveniens ( ad Gentes n. 14 – febbraio 2013 )

 

Laborem Exercens è una enciclica pubblicata dal papa Giovanni Paolo II il 14 settembre 1981.

Nel 90° anniversario della Rerum Novarum riprende, con forza ed attualità, il tema del lavoro ed afferma in modo netto che il lavoro è un bene prima ancora che un diritto o un dovere. L’Enciclica indica una sua lettura, ben diversa dal modo di intendere la questione in quegli anni, delle questioni legate al lavoro, negando l’impostazione politicizzata prevalente. Afferma, infatti, che non si tratta più di una questione ideologica e legata al mondo operaio, ma di una questione sociale: il lavoro è la chiave di lettura dei cambiamenti sociali.
La Laborem Exercens supera, poi, le frontiere del vecchio continente, e viene accolto e compreso da quei paesi che attendono o stanno vivendo la loro rivoluzione industriale e che potranno beneficare delle consapevolezze a cui gli europei sono giunti per primi.

Premessa dell’Enciclica:

  • L’UOMO, mediante il lavoro, deve procurarsi il pane quotidiano(1) e contribuire al continuo progresso delle scienze e della tecnica, e soprattutto all’incessante elevazione culturale e morale della società, in cui vive in comunità con i propri fratelli. E con la parola «lavoro» viene indicata ogni opera compiuta dall’uomo, indipendentemente dalle sue caratteristiche e dalle circostanze, cioè ogni attività umana che si può e si deve riconoscere come lavoro in mezzo a tutta la ricchezza delle azioni, delle quali l’uomo è capace ed alle quali è predisposto dalla stessa sua natura, in forza della sua umanità. Fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso(2) nell’universo visibile, e in esso costituito perché dominasse la terra(3), l’uomo è perciò sin dall’inizio chiamato al lavoro. Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature, la cui attività, connessa col mantenimento della vita, non si può chiamare lavoro; solo l’uomo ne è capace e solo l’uomo lo compie, riempiendo al tempo stesso con il lavoro la sua esistenza sulla terra. Così il lavoro porta su di sé un particolare segno dell’uomo e dell’umanità, il segno di una persona operante in una comunità di persone; e questo segno determina la sua qualifica interiore e costituisce, in un certo senso, la stessa sua natura.

11 –  continua

 

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento clicca qui.

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie.

Chiudi