Le elezioni amministrative del 9 e 10 giugno sono un test importante per la nostra regione.
Catania vive quasi rassegnata questo appun-tamento, non vedo grande entusiasmo o voglia di cambiamento.
E’ come se la popolazione vivesse altri pro-blemi sicuramente più urgenti, vitali ed esisten-ziali.
Non pensa alla politica, alle beghe tra i candidati sindaci, alle dispute tra le liste, ai candidati in competizione, guarda attonita e indif-ferente come se la città fosse a due velocità.
Probabilmente sceglierà, poi, il sindaco più “sicuro”, voterà i più giovani della pletora di candidati, non seguirà l’impulso della rabbia nel voto e non prevarrà il voto di opinione.
Sarà così ?.
Chissà !!!
Ma la città è veramente cambiata in questi anni ? in che modo ? La disoccupazione giovanile e non è in aumento ? I cantieri si sono fermati. Un muratore disoccupato mi diceva: “Lei vede gru attive nei cantieri in questa città ? No ! Tutto si è fermato”. La gru è segno di trasformazioni urbana, di sviluppo e occupazione.
C’è però tanta voglia di ripartire, di ri-prendere di rimettere in moto la città che si è arenata nelle infinite discussioni e nella palude delle decisioni non prese e delle occasioni perdute.
Il Piano regolatore occasione di sviluppo non è stato mai adottato, se ne parla dal 1993 quando fu approvato lo Schema di Massima dal Consiglio Co-munale del tempo e fu organizzata la prima Confe-renza Urbanistica al Monastero dei Benedettini.
Siamo noi catanesi il problema? il nostro carattere, la nostra indole ?
Chissà ! Ma è indubbio che c’è tanta voglia di ripartire. E che la scelta dei prossimi amministratori della città è un’occasione da non sprecare.
Orazio D’Antoni