Ho conosciuto Toti Florio grazie al nipote, mio collega medico, il dot-tor Antonio Pisa.
Ero assessore al Comune di Catania e un giorno mi telefonò perchè lo zio, che viveva a Roma, in vacanza nella sua città, voleva incontrare un rappresentante dell’Amministrazione per parlare del papà: lo scultore catanese Carmelo Florio.
Dopo qualche giorno si presentò un signore di mezza età, garbatis-simo nei modi, signorile e affabile che subito mi colpì.
Chiedeva che venisse giustamente ricordato il padre e le sue opere scultoree da tempo dimenticate. I catanesi presto dimenticano chi ha dato lustro e onore alla città.
Nacque da quel momento una grande simpatia che si trasformò in u-na bella amicizia, disinteressata, fatta di incontri, di telefonate serali.
Riuscii nonostante le lungaggini burocratiche a far intitolare una stra-da, non importante ma pur sempre significativa. Fu lui stesso a finan-ziare la messa in opera della tabella nel corso di una semplice e toc-cante cerimonia.
Toti mi parlava dell’attività del padre, dei lavori e delle sculture nella chiesa di S. Giuseppe al Transito, delle decorazioni del Palazzo della Borsa, della villa di Angelo Musco, del cinema Odeon, dell’Istituto Tecnico Commerciale “De Felice” e del Tribunale di Catania nonchè delle medaglie d’oro e d’argento raffiguranti l’effigie di Sant’Agata.
Grande era l’amarezza che molte opere e molte cose del padre in luo-ghi pubblici non si trovassero più.
La cerchia di amici di Toti si era allargata, con l’ing.Francesco Salmeri e il dott.Turi Mirabella con i quali legò fortemente per gli interessi comuni : l’amore per l’arte, per Catania, per la filantropia; e tutte le volte che tornava a Catania ci si incontrava. .
Un giorno mi parlò di un progetto importante per ricordare il padre : una mostra antologica delle opere con la pubblicazione del catalogo.
Mostrava un grande entusiasmo.
Insieme individuammo il Cortile Pla-tamone per realizzare la confe-renza di presentazione e il museo ‘’E-milio Greco’’ per la mostra an-tologica e la proiezione di un video.
Fu una gioia e il coronamento di un sogno la realizzazione della con-ferenza e della mostra nel Marzo del 2010, con un grandissimo successo.
Toti era un uomo dinamico con tanti interessi, aveva lavorato per il Ministero per il Commercio estero e aveva girato il mondo.
Aveva una passione per Garibaldi e conosceva personalmente la pronipote Anita che, negli ultimi mesi, in occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia, aveva seguito in una serie di conferenze in giro per l’Italia.
Lo rividi a Catania in ospedale, sempre ottimista sorridente, conscio della sua malattia e pronto a combattere la sua battaglia per la vita. “caro Orazio, la situazione è peggiorata …mi faccio sentire appena posso. Toti’’.
Era il 3 dicembre, dopo tre giorni Toti volò in cielo.
Addio caro Amico, galantuomo di un tempo che fu.
Orazio D’Antoni