Non esiste parità… per le scuole paritarie

scuolaparitaria1Salesiani, Lasalliani, Benedettine, Missionarie del Buon Maestro, sono alcuni degli Ordini Religiosi che esercitano il loro Ministero religioso educativo e formativo, attraverso l’istituzione di Scuole Paritarie per l’infanzia, elementari e medie. Qualcuno ha già dismesso e chiuso l’attività scolastica, altri stanno…per farlo.

Che succede?  Presto detto: a causa del crollo delle iscrizioni e frequenza degli alunni.

Ad integrazione e sostegno della Scuola Pubblica, molti Ordini Religiosi hanno scelto volutamente di dare una mano, assicurando secondo quanto previsto dalla Costituzione, alla emergenza educativa, attuale priorità assoluta, mettendosi a disposizione con locali, preparazione, cultura proprie e con l’assunzione di qualificati insegnanti, per porre un freno alla deriva culturale,formativa,educativa e spirituale che in atto ci penalizza.

 

Con la differenza che tra costi, impegno, nonostante la tipica pazienza dei consacrati, adesso la situazione è precipitata ed a farne le spese sono i piccoli, gli adolescenti e conseguentemente le loro Famiglie che, per la scelta operata a favore delle Scuole Paritarie, si disperano.

Non essendo giusto tutto ciò, vogliamo precisare che tra retta trimestrale, spese per acquisto libri, materiale didattico, attività ludico-sportive pomeridiane, impegni e visite culturali, gite d’istruzione ecc. il costo pro-capite è di oltre duemila euro l’anno (cifra assolutamente per difetto).

Se pensiamo che, nonostante la vigente normativa regionale preveda un rimborso, chiamato buono-scuola (alle documentate spese, fatturate, non si riconosce nemmeno la metà delle spese sostenute), da ben cinque anni la Regione Siciliana non eroga tale contributo, è facile intuire il perché la situazione sia precipitata.

Tutto ciò, a fronte di un esborso di oltre diecimila euro che le Famiglie hanno sostenuto negli ultimi cinque anni e che adesso non riescono più a sostenere.

 

Ora, a prescindere la crisi per il lavoro che non c’è, delle difficoltà per arrivare a fine mese, della monoredditualità familiare, non ritengono il Sig. Governatore di Sicilia e l’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione di dovere intervenire per sanare tale scandalosa situazione ?  Basti pensare alla nebulosa prospettiva che si creerebbe, qualora dovessero chiudere le altre scuole paritarie.  Ed i presupposti ci sono.

La qualità dei servizi erogati, la maggiore scrupolosità delle condizioni igienico-sanitarie (inutile nasconderlo) l’assistenza ed il maggior numero di giornate di lezioni offerte (qui, sebbene legittimi, non si conoscono scioperi di insegnanti, Cobas, personale ATA ecc.), non esistono vacanze-ponte se non per feste comandate e santo patrono, i giornalieri e settimanali contatti del rapporto scuola-famiglia, tutto andrebbe vanificato, buttati via meriti ed impegno.

scuolaparitaria2Per contro, aumenterebbe il caos nelle istituzioni scolastiche pubbliche, per la maggiore affluenza di iscritti provenienti dalla chiusura di scuole paritarie, ingolfamento di classi e della edilizia scolastica, già precaria e ca-rente, assenza in diversi quartieri di scuole o strutture idonee per ospitarle, mancato coordinamento per il trasporto di alunni per il raggiungimento delle sedi scolastiche ecc. Per non parlare, quindi, della aumentata percentuale dei disoccupati, una volta licenziati gli insegnanti di scuola paritaria.  E’ auspicabile,dunque, da parte delle autorità politiche citate, responsabili, un preciso e mirato intervento atto ad assicurare e garantire l’istruzione, che deve essere riconosciuta e consentita a tutti i nostri ragazzi,giusta quanto previsto dalla Costituzione con un provvedimento che sblocchi l’erogazione del contributo finanziario previsto, ai nuclei familiari che l’attendono da ben cinque anni.

Si tratta di un intervento che consentirà di evitare il calo delle iscrizioni o peggio ancora l’incremento dell’abbandono scolastico e nel contempo eviterebbe la chiusura, paventata, di meritevoli e benefiche istituzioni paritarie che,t ra emolumenti al personale, costi, oneri previdenziali sostenuti e balzelli vari, non possono diminuire il costo delle rette, nonostante non abbiano mai lucrato sui minori e sulle loro Famiglie.

 

                                                          Piero Privitera               

Osservatorio d’Area Permanente- ODAP-S.Cristoforo-onlus-CT

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