Passeggiando per via Etnea

viaetnea1Era da moltissimi mesi che non passeggiavo in via Etnea, in quel tratto, tanto caro ai catanesi, che va dalla Villa Bellini a piazza Duomo.

Era un sabato afoso di luglio e riflettevo  alle scene vissute dai nostri antenati negli anni 20 e 30 in questa celeberrima strada, salotto di Catania: Verga, Capuana, Rapisarda, Brancati, grandi della letteratura del 900,tutti hanno passeggiato per via Etnea, tutti si sono seduti in quei nei magnifici caffè del tempo discutendo di letteratura, di politica.

Via Etnea di quei formidabili anni con  negozi e attività, emblema di un dinamismo che è proprio dell’indole del catanese, e che avrebbe portato questa città, negli anni successivi, ad essere considerata la Milano del sud.

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Una citta’ fiorente con grandi prospettive.
Via Etnea luogo di incontri, di innamoramenti, di “taliate”, preludio di corteggiamenti e poi fidanzamenti.Ricordo che sino agli anni 80 e 90 era il centro degli acquisti un punto di riferimento caro non solo per i catanesi ma anche per coloro i quali provenivano dalla provincia.

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I gelati, gli arancini, le pizzette delle famose dolcerie  e rosticcerie del tempo.

I personaggi coloriti, assidui frequentatori del tempo e un po’ strani; cpme il professore anticlericale con il pizzetto negli anni 70, che gridava  contro papa Montini brandendo in aria il bastone.

Ritorno al sabato mattina afoso, come se mi fossi svegliato da un sogno, e osservo tanti negozi chiusi con scritto affittasi, non ci sono più i negozi con marchi prestigiosi chiusi ormai da molti anni a causa della crisi economica. I centri commerciali, ormai nuovo luogo di spesa, d’incontro e di tratte-nimento nei giorni festivi dei catanesi, hanno contribuito alla crisi.

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Via Etnea…. sento un senso quasi di desolazione e osservo il degrado, il caos e il disordine. Guardo i palazzi storici, la Villa Bellini, la piazza Stesicoro, la piazza Università, il Duomo.

Ho un po’ di malinconia, se ci fosse la macchina del tempo, sarebbe bello tornare indietro negli anni 20 sedersi al caffè , origliare i discorsi di Verga o Capuana e respirare quell’atmosfera particolare che avrebbe portato Catania negli anni 60 e 70,

gli anni del boom economico, ad essere una città importante non solo per i fasti della letteratura ma anche per le attività imprenditoriali ed economiche.

Speriamo in un futuro migliore.

                                                                           Orda

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