Arriva con il suo passo svelto da gazzella e sorridendo conquista i bagnanti nei lidi della PlaJa.
– A unni jè me cumpari ? – Eccomi Sall -esco dalla cabina- la vuoi l’acqua fresca ? gli chiedo. – Ah sì, cettu, ca oggi fa tantu E’ così che mi risponde e decisamente è cauru ! il rito che si compie ogni giorno nel nostro lido davanti alla cabina, ma Sall, senegalese, con le gambe da fenicottero, non viene per vendere solamente, ci regala passi di danza, quando è in corso la musica dell’animazione e balla e canta. E sorride. Mai insistente, offre la mercanzia giornaliera con discrezione e tanta cortesia. – Hai fame ? La vuoi una pizzetta? Chiedo spesso a questo ragazzone dalla pelle nera e lucida . Cammina scalzo, lungo tutto il litorale sabbioso della spiaggia, pulito e carico di borse di marca, regolarmente griffate e…taroccate, pareo, occhiali ed altra chincaglieria. – No,’mpare, mi mangiai a pasta ca sassa e a muddica di supira, ’na za Santa, grazie! In perfetto slang catanese risponde e lascia tutti a bocca aperta per come replica; sorridendo si guadagna la vita. Mai invadente, tratta, coltiva la clientela, procura quel che ti serve e, se non è di tuo gradimento, l’indomani ritorna con ciò che hai chiesto. Sicuramente s’è inventato una filosofia di vita, basata sul servizio, sullo spirito imprenditoriale (anche se modesto e di piccolo cabotaggio) ma si guadagna da vivere. Rispetta i piccoli, scherza con loro e si fa chiamare….BALOTELLI. Spesso indossa la maglia azzurra con tale nome stampato. “ – A u viristi assira chi gol signau me cumpari Balotelli ? Troppo forte, davvero, nelle sue considerazioni e preferenze. Lo conosce con questo soprannome mezza Catania e provincia e soprattutto la gran parte delle persone che frequentano i lidi della Plaia. Qui ormai ha messo radici Sall. Approdato in Francia, dalla sua città nativa, Louga, non molto distante dalla capitale Dakar,nel 1998, con i suoi genitori che lavoravano lì. Quando morì suo padre, venne richiamato dal fratello e si stabilì nella nostra città. Non va a casa da dodici anni, e si sente catanese. E non solo per il dialetto imparato prestissimo. E’ in contatto con la madre tramite skype. Abita vicino al Castello Ursino, insieme con altri tre e si trova bene. – Avemu na casa vicino a l’Ufficio do Comuni. Lo vediamo spesso anche in inverno alla Fiera, in giro per le feste o in Pescheria. Nel periodo invernale lavora con il fratello nelle fiere paesane vendendo giubbotti, scarpe ed altra roba. Adrano, Randazzo e dintorni. Lavora, guadagna, poco (quanto gli basta per vivere, afferma, e mandare qualcosa a casa), non chiede di più e vive serenamente. Non si deprime, né si sfiducia, coglie la positività della vita e rispetta tutti. Di religione musulmana, ha paura della guerra e vorrebbe un mondo dove si possa vivere, lavorando, in pace. L’anno scorso, l’ho fatto felice regalandogli una bottiglia di vino, dopo avergli chiesto se la sua religione gli consentiva di berlo. – A stasira me la bivo con i me’ fratelli a to saluti. E l’indomani: -Bbonu era, bellu friscu. Si documenta, si informa sulle persone che vorrebbe considerare tutte amiche. – A posto, auguri ppi to figghia ca si laureavu ccu 110. …macari cca lode ? ci fazzu u rialu quannu passu dumani – Ci piaciu u pareu ? Haju belli borsi, a voi grigia cca scrittura janca ? Ti fazzu u scuntu. Ora mi nni vaiu e Capannini ca mi aspettanu autri amici e travagghiamu, sempri…. Saluta, sorride e ci regala ancora un passo di danza originale mentre canticchia e scompare velocemente come una gazzella, saltellando sulla sabbia dorata, sudato ma contento. Vai, caro Sall e che il tuo Dio-profeta ti accompagni sempre e ti renda grazie. Il tuo coraggio e lo spirito di servizio lavorativo sono una dimensione ed una testimonianza che fungono da deterrente in questo periodo di crisi. Grazie per la continua lezione di coraggio che ci trasmetti, quale vincente filosofia di vita.
Piero Privitera |