Incontro durante il mio lavoro tante persone, altre li raggiungo nella mia attività di volontariato, tutte hanno un solo problema: il lavoro, la disoccupazione.
La crisi ha portato ad uno stravolgimento delle famiglie più deboli, più disagiate.
Moltissimi hanno impegnato i preziosi di famiglia: l’anello della mamma, gli orecchini della cresima, le fedi al Monte dei Pegni. La rata del mutuo è sospesa, la bolletta della luce e del gas non si paga. I pochi soldi della pensione della nonna servono esclusivamente per la spesa. La spesa fatta di cose essenziali: la pasta, le conserve, l’olio, lo zucchero, il latte le conserve… Non basta !
Le finanziarie implacabili che chiedono con insistenza le rate non pagate.
Famiglie dignitose con un buon tenore di vita, adesso nella disperazione.
Questo è quello che vedo, che sento e rimango inerme, riesco a fare pochissimo, troppo poco, non basta. Qualche parola buona, un suggerimento… la preghiera ad un amico sensibile.
Esiste ancora la solidarietà, la carità quella silente, quella che la mano destra non sa cosa fa la sinistra…? C’è una grande difficoltà ad aiutare anche da parte delle grandi organizzazioni quali la Caritas diocesana, le parrocchie, il Banco Alimentare. Non arrivano aiuti governativi, i contributi diminuiscono è una spirale che acuisce i problemi.
Cosa fare ?
Leggo della visita del presidente della Camera in un quartiere popolare storico della nostra città: San Cristoforo. Accompagnata dal Sindaco Bianco è andata in una scuola del Quartiere per incontrare gli alunni.
E’ stata contestata da un’associazione storica di volontariato di San Cristoforo perchè non ha visto i reali problemi della zona, non ha visto il degrado, non ha ascoltato la gente. La Presidente ha risposto che conosce benissimo le periferie del mondo per la sua esperienza nelle missioni umanitarie.
Era necessaria questa passerella ?
San Cristoforo e le periferie della città hanno bisogno di passerelle ?
Meglio misure e interventi concreti a tutti i livelli: dalla lotta alla criminalità al welfare, dalla disoccupazione alla scuola, dal turpe mercato della droga alla proposizione di modelli positivi, da luoghi fatiscenti e degradati a servizi a misura di uomo…
Le Istituzioni devono essere presenti soprattutto per non perdere inesorabilmente il lavoro svolto in questi anni.
Nel frattempo, a dispetto delle passerelle istituzionali, i Salesiani chiudono le scuole professionali, vero baluardo della zona, fucina di tanti giovani che hanno imparato un mestiere e non sono agli angoli delle strade a fare altro.
Orazio D’Antoni