Informazione sanitaria – Il tumore della prostata

Il tumore della prostata si alimenta a tavola: una dieta ricca di grassi saturi, fritti e carne rossa aumenta la probabilità di sviluppare il cancro.

fruttaverduraLo dimostrano anche i numeri: le Regioni del Nord sono le più colpite mentre il Meridione, patria della dieta mediterranea, e’ la zona in cui si registra la minore incidenza.

Per giocare d’anticipo sulla neoplasia più diffusa tra gli uomini, che registra 36mila nuove diagnosi nel 2013, si devono quindi privilegiare ortaggi gialli e verdi, olio d’oliva e frutta. Così facendo si può allontanare –come, dunque, sembrano confermare sempre più interessanti evidenze di comportamenti alimentari- il rischio di contrarre il tumore che, comunque, rispetto al passato fa sempre meno paura: nell’ultimo decennio la mortalità e’ diminuita, infatti, del 10%.

Questo grazie anche alle innovative terapie ora disponibili, che consentono un aumento della sopravvivenza e una migliore qualità di vita dei malati. “Nuovi farmaci ormonali (abiraterone, enzalutamide) e chemioterapici come il cabazitaxel sono messi a disposizione dalla ricerca scientifica – spiega il prof. Carmine Pinto, Presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Direttore dell’Unita’ Operativa di Oncologia Medica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, durante il recente Convegno Nazionale “Personalizzazione e strategia di trattamento nel carcinoma della prostata”.

“Occorre individuare –ha, tra l’altro, spiegato l’insigne studioso- per il singolo paziente la migliore strategia terapeutica ed impiego sequenziale delle molecole oggi disponibili. E’ questa oggi la prospettiva per le persone con cancro avanzato. Il nostro obiettivo, quindi, e’ curare allungando la sopravvivenza ma, allo stesso tempo, migliorare anche la qualità di vita dei malati“.

 

Il Convegno ricordato è, dunque, servito proprio per scattare una fotografia, a livello nazionale, dello stato dell’arte della neoplasia prostatica; cinque sessioni per discutere di argomenti fondamentali come gli effetti delle terapie sulla qualità della vita, prevenzione, gestione e sostenibilità dei farmaci innovativi tra crisi economica e best practise.

Importante spazio ha trovato, anche, la discussione sull’Antigene Prostatico Specifico (PSA).

E’ emerso, tra l’altro,  che la relativa metodica non può essere utilizzata in maniera indiscriminata, ritenendola, addirittura un efficace screening del cancro alla prostata; ma, invece, eseguita solamente quando e’ necessario, cioè dopo i 50 anni, se vi e’ familiarità diretta per il tumore e in caso di disturbi urinari.  (AGI)

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