Viviamo in un mondo in cui più meno tutti non riusciamo a realizzare a pieno i nostri sogni.
C’è chi sogna di divenire un medico e si accontenta di altro, chi professore riuscendo a divenire solamente un supplente a vita, chi aspetta vanamente concorsi, concorsoni e concorsini e chi aspira ad altre mille professioni senza poi riuscirci.
Le cause sono sempre le solite: la crisi economica, i nostri rappresentanti politici poco attenti agli interessi della collettività, le prepotenze dei potenti che vanno a sbattere contro di noi, le imposte arrivate a livelli altissimi che fanno chiudere chi ha avuto il coraggio e la forza di provare un’avventura imprenditoriale.
Ne sappiamo tante di queste storie, anche difficili da digerire semplicemente cambiando canale del nostro televisore.
Oggi però vogliamo raccontarvi la storia di uno di noi, un catanese, che ce l’ha fatta.
E’ Luca Parmitano, trentasette anni, professione astronauta.
Sì, proprio quel mestiere che tanti di noi da bimbi abbiamo sognato per il nostro futuro.
Lui ce l’ha fatta, è andato sullo spazio e c’è restato per diversi mesi.
La sua avventura al di fuori del nostro pianeta è iniziata alle 22:31 del 28 maggio e si è conclusa nella notte del 10 novembre, non senza lasciare una traccia importante di sé, come solo i siciliani sanno fare, presso la navicella spaziale che ha occupato per sei mesi.
Tra emozionanti passeggiate spaziali, collegamenti via satellite con la Terra e più di 30 esperimenti ipertecnologici, memorabili sono state le foto e i commenti da lui mandati via twitter direttamente dallo spazio, come quando ha postato le foto della sua Sicilia e di Lampedusa, o i famosi “polaretti” made in Riposto da lui offerti agli altri componenti della navicella per una della tante cene, o ancora la foto con la maglia del Catania calcio. Immancabili poi i twett dedicati alla sua terra natia. Ce ne piace ricordare, in particolare, tre: “Sono fortunato perché da lassù non solo riuscirò a vedere la Sicilia, che è facilmente visibile per la sua forma, ma grazie all’Etna saprò in che direzione mandare i miei saluti”; “Sicilia: un’isola di luce, come un faro per questo viaggiatore” e “primo pensiero del mattino alla mia terra e agli Italiani di tutto il mondo Non riesco a vederla da qui, ma e` sempre con me: viva l’Italia!”.
I primi due esprimono un orgoglio tutto siciliano, il terzo un senso della nazione che noi, onestamente, non abbiamo da “quaggiù”.
Sì, lui ce l’ha proprio fatta, ma con lui un po’ tutti noi ce l’abbiamo fatta. Il nostro orgoglio di avere un catanese sullo spazio è stato davvero enorme, quasi un simbolo, ed un esempio, di come, con caparbietà anche i sogni più “spaziali” si possono realizzare.
Adesso attendiamo il ritorno di Parmitano in Sicilia, probabilmente per Natale, dopo il naturale periodo di ambientamento alla gravità che sta svolgendo proprio in questi giorni negli Usa.
Lo aspettiamo anche per potergli dire: grazie per averci fatto capire che i sogni non sempre son solo desideri di felicità, come si cantava in una vecchia canzone Disney, ma possono divenire una bella realtà.
Diego Vitale