Pare che il cittadino comune, il Paese, non vengano più tenuti nella giusta considerazione, anzi ignorati persino dai mass-media che evitano di mettere in risalto certi eventi. Una cittadinanza attiva, invece,deve garantire la partecipazione per la definizione delle politiche sociali, epperò, senza dare le giuste informazioni, notizie e comunicazioni, ciò non potrà mai avvenire. Noi, invece, nel nostro piccolo lo vogliamo fare. E lo faremo. Sempre. Diventa necessaria, pertanto, una comune valutazione delle dimensioni sociali, politiche, supportate dal coinvolgimento della società civile.
Vorrei a questo punto chiarire che il mio “pezzo” non si riferisce a case da gioco, casinò o bische, dove si gioca d’azzardo, laddove far saltare il banco significa vincere l’intera somma di cui il banco dispone. Stiamo parlando del Banco Alimentare, associazione onlus che raccoglie gratuitamente le eccedenze alimentari commestibili, non più commerciabili per esigenze di mercato e, che ridistribuisce agli Enti Caritativi che si occupano di assistenza ed aiuto ai poveri, agli emarginati, agli ultimi. Le cui direttrici ed interventi passano da raccolta, stoccaggio, conservazione in strutture adeguate, presa in carico delle eccedenze agricole che la Comunità Europea (U.E.) mette a disposizione(tramite l’AGEA), colletta alimentare e successiva distribuzione agli Enti Caritativi convenzionati.
Ora,tutto questo sta per saltare e pare non possa più continuare, con grave pericolo per le tartassate famiglie, già colpite dalla crisi economica, con un tenore di vita sempre più basso, e che non hanno più dove attingere. In assenza di un Welfare che le tuteli, vedono aumentare le difficoltà per far fronte ai problemi che emergono dalla mancanza di adeguate risorse (leggasi lavoro). L’ideale soluzione sarebbe la creazione di una rete di protezione per salvaguardare le famiglie ed il Banco Alimentare ne faceva parte a pieno titolo. Adesso pare che tutto ciò sta per saltare e nessuno ne parla !!! Si rende necessaria una maggiore visibilità, diversamente, “semu persi”. A prescindere la risorsa del volontariato umano, il Banco Alimentare poggia la propria sopravvivenza su due pilastri fondamentali che stanno per crollare:
Bonifici,versamenti,cinque per mille e tutte le altre liberalità di denaro, fiscalmente deducibili, non riescono ad assicurare la copertura delle spese citate e se non muta la situazione, Parrocchie, Associazioni laiche e religiose, Istituti ed Enti Caritativi, subiranno le continue ed assillanti richieste di provviste alimentari per sfamarsi, di persone povere, che i “rumors”, di questi tempi quantificano in Italia intorno ai cinque milioni, di cui oltre la metà è al Sud. Le cifre si riferiscono nel periodo 2007-2012. Il crescente disagio delle famiglie, le tristi rinunce a cui sono costrette, il mancato sostegno a chi non ha più certezze, a chi non può accedere ai beni e servizi di largo consumo, a chi non può più concretamente pagare l’affitto o il mutuo, sono il resoconto attuale del tema della povertà. E’ una forbice che si allarga, colpendo una fascia sociale sempre più vasta. Che fare? Cosa succederà? Intanto possiamo prevedere che da qui a dieci anni, gli adolescenti di oggi, saranno incolti, ignoranti, senza un titolo di studio, visti l’abbandono, l’evasione e la dispersione scolastica, per carenza di mezzi finanziari. Se non addirittura senza un mestiere (non li cercano più) o peggio ancora diverranno bulli, per l’assenza di genitori attenti e responsabili, presi come sono dalla assenza di ogni speranza per un futuro migliore. O vogliamo trovarli agli angoli bui delle stradine dei quartieri periferici a spacciare? “Far bene agli altri, fa bene a se stessi”. “Chi aiuta si troverà ad essere aiutato”. “Più darai e più riceverai”. Questi non sono soltanto slogan, ma concrete azioni lievitanti, perché, personalmente, in anni e anni di volontariato ne ho conosciuto molti, davvero disposti a darci una mano, ad esserci d’aiuto, consapevoli che il mutuo soccorso squarcia le nubi della povertà, aprendo una nuova dimensione di solidarietà che arriva fino al cielo. Conviene, davvero, far saltare il Banco? Standosene ancora in silenzio,ed assistendo ancora a tutto questo, ”a muta muta”? Piero Privitera I° Vicariato Diocesano Catania |