Bambinello caro, che ti accingi a raggiungerci per questo Santo Natale, sappi (ma tu questi già lo sai, siamo noi che pensiamo che tu non ne sia al corrente) che c’è gente che non ha lavoro (e sono ormai troppi).
Qualcuno cerca di arrangiarsi, altri si industriano con i propri risparmi, o con la pensione dei nonni. Molti aspettano passivamente o peggio ancora si abituano al dolce far niente, portato dal tiepido vento della inattività. Non è vivere questo, né vegetare, ma morire, spegnersi, mentre la Vita va afferrata, vissuta. Ragazzi che rimandano l’esordio lavorativo a mo’ dell’araba fenice (travagghiu non ci nnè – su c’è, nun si sapi unni jè). Peggio dei virus questa diffusione di rinuncia, a cercarlo, ad inventarselo, a proporsi, anziché desistere. Si rischia una contaminazione endemica, che porterebbe sicuramente a non sapere (o volere) progettare il proprio destino o il futuro. Gli entusiasmi e gli slanci giovanili li hanno messi sotto la coltre della depressione,anticamera della schizofrenia sociale. Questo è lo sconsolante quadro della prima faccia della stessa medaglia, la cui condizione socio-economica attuale ha buie prospettive che agiscono da deterrente sociale. Il trend della evasione, abbandono e dispersione scolastica poi, è in continuo crescendo e, né ci risultano genitori, (presi da gravi problemi di bilancio familiare in rosso), che li indirizzano al “mastro”. Una volta per assicurare loro un futuro, con un mestiere, si rivolgevano ai vecchi maestri o datori di lavoro con suppliche del tipo: “ …su pigghiassi, ppi favuri, ca scola non ni mangia…”. In effetti, oggi, vengono scartate proposte ed occasioni e qui bisogna dire che si tratta di disinteresse, apatia, di mancanza di progettualità, giovanile e familiare. Che fare dunque? Non si vive di solo lavoro, pienamente d’accordo, ma il lavoro fa vivere. L’abulica nebbia della placida inattività è divenuta difficile da squarciare. Hanno perduto la Speranza! Ti preghiamo di fargli rivivere le condizioni della Natività. Sei sceso dalle stelle e nato in una grotta, povero, nudo, inseguito,ma portatore di SPERANZA. Loro festeggeranno (?) il Natale in assoluta povertà, ma Tu che porti Liete Notizie, illumina, con la Tua Luce che diffondi, le loro menti, a non demordere, vedi di consolarli, ridando loro la Speranza. Hanno bisogno di Te, le loro ginocchia vacillano, la loro Dignità è ferita. La notte è ormai avanzata ed il Giorno si fa più vicino. E’ Natale per tutti, specie per loro.
L’altra faccia della medaglia presenta, invece, individui edonisti, che si guardano tronfi allo specchio, hanno un lavoro e per questo affermano che non gli manca nulla, si sentono perfetti, giusti, pagano le tasse, giustificando così la propria riluttanza religiosa, teologica, di approfondimento del Trascendente …ma che li ha portati ad una periferica esistenzialità. La loro pregnante arroganza non li inquadra al Centro, ma li confina sempre più in periferia, ai margini degli interessi della collettività, costituita da fratelli meno fortunati, senza lavoro, disoccupati, esodati…. ma ugualmente ad immagine e somiglianza del Creatore, portatori dunque, anche loro, del Soffio Divino. A questi smarriti di cuore, che festeggeranno un crasso Natale con regali, panettone, gadget ecc., digli di alzare gli occhi intorno a guardare chi gli sta accanto, invitali a camminare secondo lo Spirito e lo Stile della Prossimità. Condivisione, è comprendere i bisogni della Comunità, uscire da se stessi, dal proprio nido dorato. Basterebbe pensare che tutti noi siamo stati un popolo di emigrati, ieri, (quanto meno i nostri genitori) e di emigranti, oggi, (giovani cervelli in fuga).
Insieme all’atmosfera natalizia ed alla invocata Speranza, Ti chiediamo di portarci il Lavoro che libera la gente, a quelli della prima faccia della medaglia,ovvero la popolazione più numerosa e povera,che così avrà raggiunto la tanto agognata aspirazione. Bambinello caro, Buon atterraggio dunque e perdona la nostra richiesta, ma come ben sai le due facce appartengono alla stessa medaglia, quella che ci siamo meritati per avere perduto il campionato della Vita.
“Che attendi, o Signore, a riprendere in mano il Governo dei tuoi giorni ?”, gridava, lanciando un disperato appello alla Speranza, Padre David Maria Turoldo.
Che sia davvero un BUON NATALE per Tutti. |
Piero Privitera