Ripartire dall’Anno della Carità

Un altro anno pieno  di AD GENTES news letter è volato via.

Ancora una volta mensilmente siamo stati puntuali.  E se l’anno precedente, il primo numero, l’abbiamo voluto dedicare alla Sapienza, stavolta è il turno della  CARITA’.

caritasNegli auguri  formulati ai miei sette amici, lo scorso periodo natalizio, ho indicato come il Bambinello che nasceva ci guidava a camminare secondo lo Spirito, perché  c’è, leggendo i mass media, l’ universale, imperativo, invito, di ordine sociale, religioso, politico ed economico  che  ci affranca:  RIPARTIRE !

Un principio  ci guida, nell’esternare  le nostre sensazioni, sentimenti, notizie informazioni e suggerimenti: ancor prima di comunicare parole, è necessario aver fatto esperienza di esse, della loro credibilità, aver vagliato nel proprio studio e nella prassi il suo spessore, essere stati alla scuola della parola, alunni  prima ancora che maestri, cosa non così ovvia.

 

S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi ci descrive mirabilmente gli effetti della Carità (Cor.13,4-8), la più grande tra le virtù teologali, e la presente indicazione vale come invito ad andare a rileggerla.

Ancora di più vorremmo aggiungere.

 

Nel periodo natalizio il vostro  cronista, diverse volte è andato a servire i propri (180-200 persone a sera) fratelli ultimi all’Help Center della Caritas Diocesana in Piazza Giovanni XXIII (la piazza della stazione a Catania). L’esperienza che, se qualcuno vuol ripeterla, si proverà, accogliendo, preparando, distribuendo e somministrando il cibo, sicuramente segnerà i nostri giorni futuri.

Tra gli ospiti, incontreremo la vecchietta del quartiere che dorme all’interno dell’Ospedale  S. Marta, che se non è all’addiaccio, poco manca, o colui che vendeva il pane porta a porta, denunziato perché abusivo, il meccanico che ha perduto il lavoro, l’officina ed i clienti, la famigliola con i bimbi al seguito che per il pudore e la vergogna di farsi vedere chiede la cena, fuori dalla finestra della cucina, alcuni noti extracomunitari che vendono mercanzie e false griffes alla fiera, la signora della pescheria  che reclamizza su un vassoio di cartone per dolci la propria offerta scrivendo letteralmente “quasetti della befana già chini – a 3 euro”, quelli che comunemente riteniamo scattiati, scoppiati, ovvero coloro non ci stanno più con il cervello,  chi non chiede più l’elemosina davanti alle chiese perché qualche parroco li ha sfrattati e tanti, ma tanti altri, le cui storie di disagio non potrebbero essere  contenute  nemmeno nella universale enciclopedia TRECCANI.

 

Ugualmente, è stato e sarà sempre bello poter servire costoro; non ci conoscevamo, ma a coloro che son venuti ad aiutarci, ed agli ospiti serali, è sembrata una comunità affiatata ed in sintonia. Come se ci si conosceva da sempre. Ci è sembrato di vivere il miracolo del Natale. “Io sto in mezzo a voi per servire”.  Portare cibo e alimenti vari, vestiti, detersivi e bagno schiuma per la doccia, lavare pentoloni, mestoli e cucchiaioni di legno con addosso grembiuli accomodati,  mescere acqua a tavola o bibita al gusto di agrumi, offerta anche questa, preparare companatico per i panini e  scoprire che  quando non bastava la frutta o il pane,  andare a procurarli  immediatamente e …gioire!

 

Tutto questo, si badi bene, ogni giorno. Tutti i santi giorni.  E  che felicità,  quando improvvisamente giungevano in dono il  latte per la colazione dell’indomani o biscotti, e altrettanta ne si provava  insieme alla sod-disfazione finale nel commentare:  ce l’abbiamo fatta!  O all’aprire la porta d’ingresso,  per accogliere altri volontari che puntualmente  si offrivano per aiutare, ed erano  uomini, donne, giovani ed anziani, suore, diaconi e studenti.

E vi pare poco questo?  Forza allora “venite gente”, che c’è tanto di bisogno. Da queste parti ed in questi contesti non si conosce la disoccupazione.  Sarà   un modo ,sicuramente originale,bello,nuovo, utile e proficuo,dunque per poter:

RIPARTIRE  !  Ricominciando dal basso, dagli umili, dagli ultimi e sfortunati fratelli lontani.

Se la Carità è virtù, questa è la sua forza.

 

Non è necessario appartenere ad alcuna comunità per aderire singolarmente, anche se qualche parrocchia, gruppi caritas, oratori, vincenziani, exallievi salesiani, ordini religiosi o cavallereschi si danno da fare per non fare mancare sostegno ed aiuti necessari  alla sopravvivenza di tale preziosa istituzione, nata da felice intuizione ed a costo zero per le varie Amministrazioni. Sarebbe un bel regalo per tutti coloro che soffrono e, soprattutto, un bel regalo d’inizio di anno nuovo da offrire.

AD GENTES ne sarebbe orgogliosa.

AUGURI.

                                                                                                                                                                     Piero Privitera

                                                                                                                                                                                    ODAP-S.Cristoforo- onlus

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